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L’Aquila, la rinascita turistica dopo il sisma del 2009. Un modello di ricostruzione anche per Amatrice? – Extra – Martedì 20 agosto 2024

Sono i giorni delle commemorazioni e dei bilanci per Amatrice e per le altre località interessate dal drammatico terremoto dell’agosto del 2016. A otto anni da quel fatidico 24 agosto, istituzioni e cittadini si ritroveranno nel consueto rito che scandisce il lento tentativo di un territorio ferito di tornare alla normalità. Nella località simbolo del sisma, dove si contarono 239 morti dei 299 registrati in un tutto il cratere tellurico, la ricostruzione sta procedendo, anche se a rilento.

E più delle macerie o degli edifici lesionati, che ancora si scorgono in paese, a testimoniare la precarietà in cui versa il territorio è soprattutto l’incertezza amministrativa che caratterizza i provvedimenti adottati ancora oggi dalle istituzioni. E così se la cerimonia dello scorso anno era data dominata dall’impegno perentorio della premier Giorgia Meloni (“Ricostruire è un obbligo”, erano state le sue parole), quest’anno il sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi, ha giocato d’anticipo: poche ore fa, con una lettera aperta il primo cittadino laziale ha invitato il presidente del Consiglio a recarsi in quelle terre per rendersi conto dei progressi svolti e delle difficoltà che ancora frenano la rinascita del territorio. E la missiva si è chiusa con un appello accorato: “L’importante è che termini la stagione dei provvedimenti provvisori che rimandano soltanto i problemi”.

Serve una svolta perché, come dichiarato più volte dal sindaco, oltre alla ricostruzione materiale del paese bisogna fare in fretta per salvare anche lo spirito di comunità dei cittadini che lì abitavano o, nonostante i disagi, ancora vi abitano. Un percorso lungo e complesso, ma dolorosamente necessario per ricucire le ferite di un territorio e delle sue anime.

Una sfida che però si può vincere, come conferma l’esperienza positiva de L’Aquila, capoluogo dell’Abruzzo sconvolto da un terremoto che nel 2009 (la scossa più forte avvenne la notte del 6 aprile 2009 ma i fenomeni andarono avanti per mesi) provocò 309 vittime, almeno 1.600 feriti e oltre 10 miliardi di euro di danni stimati. Anche l’Aquila ha pianto i suoi morti e sofferto il dramma dei monumenti e degli edifici distrutti dalla violenza della natura ma oggi, a distanza di quindi anni dalla tragedia, può dirsi finalmente fuori dalla fase dell’emergenza e, anche se la ricostruzione non può dirsi del tutto conclusa, ha la possibilità di guardare con ottimismo al futuro. Merito, dicono i commentatori, dell’approccio che sin dalle prime ore si riservò alla gestione dell’emergenza e delle fasi successive.

Oggi chi visita L’Aquila fatica a trovare ancora i segni evidenti e clamorosi di quella tragedia. Anche il turismo, settore strategico dell’economia del territorio, è ripreso a pieno ritmo già da qualche anno e la testimonianza più evidente di come il processo di rinascita sia andato a buon fine è rappresentata forse proprio dalla nomina del capoluogo abruzzese a Capitale nazionale della cultura per l’anno 2016: un titolo prestigioso e onorifico che la città ai piedi del Gran Sasso ha conquistato grazie ad un progetto dall’alto valore simbolico redatto insieme alla città di Rieti, proprio a suggellare questo forte legame tra due località accomunate dalla stessa devastazione.

Ma, allora, cosa ha fatto la differenza nella ricostruzione de L’Aquila? E come è stato possibile far ripartire subito il turismo, autentico volano per l’economia territoriale, ponendo le basi anche per la grande stagioni di eventi in programma nei prossimi due anni? A questi temi è dedicata la puntata odierna di Extra, programma di approfondimento quotidiano in onda su Radio Roma News con Claudio Micalizio: a raccontarci l’evoluzione che ha per protagonista il capoluogo abruzzese interviene in collegamento Ersilia Lancia, assessore al Turismo del Comune de L’Aquila.

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