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A Kiev tra sirene e silenzi: il racconto del giornalista di Civitavecchia

Kiev tra sirene e silenzi: il diario di un civitavecchiese

Ospite in collegamento: Francesco Baldini, giornalista di “Civonline

Il suono di una sirena. Lento e costante. Non è un’ambulanza e neanche il passaggio di un’auto delle forze dell’ordine. È un suono che riecheggia con insistenza a Kiev, tanto da essere purtroppo quasi familiare per chi da due anni e mezzo vive l’incubo della guerra. «Questa è una serata tipo a Kyiv, e lo scrivo così perché è il nome ucraino. Il video è di ieri (domenica ndr) poco prima di mezzanotte. C’era un missile balistico in arrivo da nord-est. Questo suono me lo porterò dentro non so esattamente per quanto tempo».

A raccontarlo, direttamente dall’Ucraina, è il giornalista civitavecchiese Marco Setaccioli, dipendente del Comune di Civitavecchia. Dall’11 agosto scorso si trova proprio nel cuore della guerra iniziata il 24 febbraio 2022, insieme ad Alex Orlowski, esperto di cyber propaganda, e Renzo Boatelli, architetto che ha lavorato a Kiev, suoi compagni di viaggio.

Allarmi e sirene, l’App Air Alert che suona in modo assordante, il canale Telegram che invita a non sottovalutare l’allerta e a trovare riparo in un rifugio, o frapporre almeno due pareti con un possibile punto di impatto. «Ritrovarsi affacciati ad una finestra mentre il suono di sirene, che nella tua vita hai sentito solo nei film di guerra, riecheggia su strade rese deserte dal coprifuoco – ha confermato – è qualcosa per cui scopri di essere impreparato solo quando accade e che ti spinge a chiederti se la decisione di partire per l’Ucraina sia coraggio o incoscienza».

Ma poi spiega. «Avevo bisogno di vedere con i miei occhi cosa stesse succedendo in questo posto – racconta da Kiev – conosco i rischi e non me ne vogliano le tante persone a me care che, nei giorni precedenti, hanno fatto quanto hanno potuto per convincermi a non partire. Ma ho deciso da tempo di non essere più un semplice spettatore, ma di partecipare attivamente alla costruzione di un mondo migliore. Sto vivendo questa esperienza in maniera forte, anche dal punto di vista emotivo, tra allarmi aerei, gente che stiamo incontrando e tante storie in cui ci stiamo immergendo».

Setaccioli spiega di seguire con molta attenzione questa guerra già dal primo giorno, ritenendola una grande ingiustizia, consapevole della sua importanza per l’assetto mondiale da qui ai prossimi anni.

«Sono stato sempre più coinvolto – ha aggiunto – lo scorso anno ho scritto un libro sulla disinformazione della guerra in Ucraina e sono entrato in contatto con molte persone, tra cui Alex Orlowski. E così abbiamo organizzato questo viaggio che si sta rivelando una miniera di informazioni ed emozioni. Si stanno aprendo porte importanti che non avrei mai avuto modo di aprire dall’Italia».

Un viaggio che Setaccioli racconta sui social quotidianamente, con foto, video e spiegazioni di ogni tappa. «Mi incoraggia vedere quanta gente mi stia seguendo – ha spiegato – sicuramente questo non sarà l’ultimo viaggio che farò qui a Kiev». Il gruppo si sta spostando nella zona. Ha già visitato Odessa, ed è stato accolto a Bucha.

«Qui abbiamo vissuto un’esperienza davvero intensa – ha confermato il civitavecchiese – all’interno degli uffici del Comune ci hanno mostrato immagini in esclusiva dei crimini commessi sui civili. A Bucha sono state uccise 624 persone, 52 delle quali non sono state ancora identificate. Ogni cadavere è geolocalizzato su una grande mappa della morte, dove sono anche segnate le varie fosse comuni nelle quali la maggior parte dei corpi ha trovato una frettolosa sepoltura. Dalla più grande, scavata di fianco alla chiesa che sorge proprio accanto agli uffici comunali, dove sono stati ammucchiati 160 sacchi neri, fino a quelle in cui si trovava “solo” qualche cadavere, a malapena ricoperto di terra, senza nemmeno una degna protezione».

Giovedì Setaccioli lascerà Kiev, diretto a Leopoli: il biglietto per il treno è già acquistato. Da lì poi dovrà arrivare a Cracovia, in Polonia, dove domenica prossima salirà sull’aereo che lo riporterà in Italia con un bagaglio sicuramente carico di emozioni.

Stazione ferroviaria, si accelera sul restyling

Il dossier sulla riqualificazione della stazione ferroviaria è sul tavolo della nuova amministrazione giallo-rossa, intenzionata ad accelerare per garantire a Civitavecchia una struttura in grado di rispondere alle esigenze della città, con le sue migliaia di pendolari, e di un porto da 3,5 milioni di crocieristi all’anno. Pochi giorni prima di Ferragosto, infatti, si è aperto un tavolo con Rfi e le varie società delle ferrovie coinvolte nella progettazione.

«Con RFI – ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Enzo D’Antò – stiamo discutendo l’aggiornamento dell’accordo di programma per avviare al più presto i lavori di riqualificazione della stazione ferroviaria. Questo progetto rivoluzionerà la fruizione della stazione, rendendola più accogliente e funzionale. Stiamo anche lavorando a soluzioni innovative che presenteremo in futuro».

Della stazione si era anche interessato l’ex assessore azzurro Roberto D’Ottavio, riprendendo il vecchio accordo di programma del 2004 e parlando di un progetto per creare un hub solo per crocieristi, dividendo il percorso turistico da quello pendolare, migliorando viabilità a parcheggi. Poi non si andò però avanti abbastanza e il progetto si arenò nuovamente. Oggi l’amministrazione guidata dal sindaco Marco Piendibene vuole riprendere in mano la situazione.

«Ad inizio settembre ci vedremo di nuovo con Rfi – ha aggiunto D’Antò – il progetto che hanno proposto andrà a stravolgere completamente l’attuale assetto dell’area, migliorandolo e rendendolo più moderno e rispondente alle necessità attuali. Prevista una parte commerciale, l’area passeggeri, una zona verde, ma anche parcheggi e una viabilità più snella. Verrà riqualificata l’intera zona dal parcheggio di fronte ai Santi Martiri Giapponesi fino a tutto il piazzale della stazione. Non ci sono grossi ostacoli, insomma. Anche la copertura economica c’è. L’idea è quella di partire entro il mese di gennaio già con i lavori per poter contare finalmente – ha concluso – su un biglietto da visita adeguato alla nostra città».

La Croce rossa non va in ferie: intensificati gli sforzi con il Piano caldo

In questi giorni di agosto, mentre gran parte della città è deserta tra vacanze e pause estive, la Croce Rossa Italiana – comitato locale non solo non si è fermata, ma ha intensificato le proprie attività a sostegno delle persone più fragili. Con l’attuazione del “Piano Caldo” – iniziativa dell’amministrazione comunale attuata dalla Cri – l’organizzazione ha messo in campo una serie di azioni mirate per fronteggiare l’emergenza legata alle elevate temperature e garantire un’assistenza continua alla persone senza fissa dimora.

Tra le principali iniziative, è stata potenziata l’accoglienza notturna per offrire un rifugio sicuro a chi ne ha bisogno, e si è creato un riparo giornaliero durante le ore più calde per chi ne ha necessità. Le unità di strada, attive sia la sera che durante il giorno, si sono dedicate alla distribuzione di bottigliette d’acqua fresca nelle zone più frequentate, succhi di frutta e quanto necessario per combattere il caldo torrido di queste giornate estive. Il servizio del Pronto Intervento Sociale (PIS), attivo tramite il numero 1520, continua a ricevere segnalazioni e a intervenire nelle situazioni di emergenza e urgenza sociale.

Inoltre, grazie alla collaborazione con la Costa Crociere, ogni venerdì è possibile recuperare pasti completi e nutrienti, eccedenze della Costa Toscana che altrimenti andrebbero sprecate, che sono stati distribuiti alle famiglie più bisognose della città. Inoltre la raccolta delle eccedenze alimentari sul territorio, che comprende pane fresco e verdura, è proseguita anche in questi giorni, consentendo alla cucina solidale di restare operativa e fornire supporto alimentare a chi ne ha bisogno.

La Croce Rossa Italiana di Civitavecchia, quindi, non solo ha mantenuto i servizi attivi durante il periodo estivo, ma ha anche moltiplicato gli sforzi per garantire un’assistenza continua e capillare, dimostrando un impegno costante verso la comunità locale, soprattutto nei momenti di maggiore necessità.

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