Ogni anno, la stessa situazione e il mese di agosto diventa un caos per il mondo della scuola che, in vista della ripresa delle lezioni in programma a settembre, cerca di prepararsi al meglio per ovviare a decenni di cattiva gestione e inefficienza: dall’edilizia scolastica alle cattedre vacanti, dalla sicurezza nelle aule alla manutenzione degli spazi verdi l’elenco dei problemi che ogni estate vengono denunciati dai media è sempre uguale.
La massima rappresentazione del fallimento in cui è incorsa ogni politica di riforma ed efficientamento della scuola italiana è proprio la ridda degli insegnanti precari che si scatena in queste settimane. Accade così da decenni, nonostante promesse e proclami, eppure in Italia garantire un insegnante in ogni cattedra prima dell’inizio dell’anno scolastico appare proprio un’impresa impossibile. Con l’inizio dell’anno scolastico, che nel Lazio è previsto per il 16 settembre, per coprire urgentemente le cattedre vacanti sono stati autorizzati oltre 5.000 nuovi insegnanti per le scuole di ogni ordine e grado ma la scelta politica non automaticamente garantisce il pieno soddisfacimento della situazione.
A fronte di tantissimi precari, infatti, non tutti hanno i requisiti richiesti dal “mercato” e così non si trovano insegnanti adeguatamente qualificati. La difficoltà maggiore riguarda le cattedre di materie come matematica, informatica, lingue e sostegno: in particolare, proprio il reclutamento di insegnanti di sostegno appare oggi il processo più complicato da soddisfare per la carenza di personale specializzato con il risultato che si potrebbe fare ricorso alle graduatorie provinciali dei supplenti.
Questo periodo sarà cruciale per evitare ritardi nell’avvio regolare delle lezioni ma come spesso accade non è detto che la corsa contro il tempo sarà sufficiente a garantire la regolare ripresa delle lezioni con tutti gli insegnanti in cattedra. Una piaga tutta italiana che da decenni ogni governo in carica ha sempre detto di voler risolvere ma che pare una missione impossibile. L’errore, forse, sta nel pensare che il comparto della scuola possa essere gestito come un qualunque altro settore amministrativo o industriale, dove le piante organiche vengono preventivamente definite secondo le esigenze produttive e si provvede, di volta in volta, solo a correzioni in corsa?
Di certo anche le procedure che vengono adottate proprio in questo periodo per riempire le docenze vacanti non sembrano facilissime quantomeno agli occhi di un osservatore profano: per coprire le supplenze, oltre alle tradizionali graduatorie ad esaurimento (GaE) e provinciali (GPS), verranno introdotti degli interpelli, cioè avvisi pubblicati dalle scuole per trovare supplenti quando le graduatorie risultano esaurite. Un metodo, questo, che sostituirà in parte la tradizionale “Messa a Disposizione” (MAD).
Ma i problemi della scuola non riguardano soltanto le cattedre da riempire. Ci sono casi in cui gli insegnanti – di ruolo o precari – ricevono un incarico a centinaia di chilometri di distanza dalla propria abitazione e per spirito di servizio accettano la docenza, anche se questa scelta comporta notevoli problemi nella gestione delle proprie relazioni familiari o ripercussioni di carattere economico: una docenza fuori sede rischia di essere proibitiva per un professore che ha un modesto stipendio, da cui deve detrarre le spese di trasferimento e magari l’affitto di un alloggio.
E poi ci sono casi ancora più drammatici e complessi, come nel caso di quegli insegnanti che lavorano lontano da casa ma sono caregiver di un famigliare in condizioni di particolare fragilità che dovrebbero accudire anche in virtù della legge 104: come fare a conciliare la cura di una persona malata con un incarico da svolgere a centinaia di chilometri di distanza? Quanti sacrifici, quanto stress, quante difficoltà affliggono questi professori? E come impattano sulla qualità dell’insegnamento?
In questa puntata di Extra, il programma di approfondimento giornalistico in onda ogni giorno su Radio Roma News, parliamo del problema degli insegnanti fuori sede: ospite di Claudio Micalizio, il presidente del Coordinamento Docenti discipline Diritti Umani Romano Pesavento.