Scuola, il diritto all’inclusione si scontra col bilancio: la sentenza
Ospiti in collegamento: Maurizio Benincasa, Presidente “First”, & Stella Di Domenico, Segretario “First”
Quando parliamo di diritto all’inclusione scolastica diamo per scontato che si tratti di qualcosa di inalienabile, garantito non solo dalla Costituzione, ma anche dalla nostra giurisdizione, soprattutto in relazione a diverse norme e sentenze emanate nel corso degli anni.
Solo per fare qualche esempio, l’articolo 2 della nostra Costituzione recita: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”; che in altri termini è: la dignità umana è insita in ogni individuo e non può essere annullata o compressa dal giudizio, dai comportamenti, dalle decisioni e previsioni di soggetti pubblici o privati.
O, andando ancora più nello specifico, la sentenza 215/1987 della Corte Costituzionale, con la quale è stato sancito il diritto incondizionato dei disabili all’istruzione, anche oltre la scuola dell’obbligo.
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C’è, tuttavia, una recente sentenza (la n. 1798/2024) del Consiglio di Stato, che sembra (in maniera evidente) fare diversi passi indietro: il Tribunale si è pronunciato su un caso di presunta violazione del diritto all’inclusione scolastica di uno studente con disabilità.
Tutto nasce dalla decisione di un Comune di ridurre le ore di assistenza scolastica assegnate allo studente per l’anno scolastico 2022/2023, rispetto a quanto previsto nel PEI (Piano Educativo Individualizzato) e richiesto dalla scuola. I genitori dello studente, sostenendo la natura vincolante del PEI e la preminenza del diritto all’inclusione rispetto alle esigenze di bilancio, hanno impugnato la decisione del Comune prima al TAR, e successivamente al Consiglio di Stato.
Quest’ultimo, tuttavia, ha respinto l’appello, confermando di fatto la sentenza del TAR. L’indignazione, ovviamente, non ha tardato a farsi sentire: “Il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza che lascia sbalorditi e indignati. – si legge nel post pubblicato su Facebook dalla First – Siamo pronti a prendere una posizione forte su questa sentenza vergognosa, evidenziando che il Consiglio di Stato si è espresso su una materia che esula dalla sua giurisdizione. Chiediamo con urgenza un intervento normativo per garantire la tutela dei diritti fondamentali al giudice naturale dei diritti soggettivi”.
In sostanza, attraverso questa sentenza, i diritti degli studenti con disabilità e il sistema di inclusione scolastica vengono subordinati alle risorse disponibili, venendo meno al principio di equità e giustizia.