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Centri estivi troppo cari, l’allarme Codacons

Centri estivi, allarme del Codacons: prezzi troppo alti

Ospite in collegamento: Vincenzo Rienzi, Avvocato “Codacons

L’estate degli italiani nel 2024 è molto diversa da quella del passato: le scuole chiudono, i bambini trascorrono tre mesi a casa, ma la maggior parte delle coppie italiane è composta da due lavoratori a tempo pieno.

Pensiamo agli anni ’60 e ’70: le donne erano per la maggior parte casalinghe e avevano la possibilità di trascorrere l’estate al mare con i propri bambini. O a qualche decennio fa, quando molti potevano contare sulla disponibilità dei nonni. Ora, per diverse ragioni, le cose sono un po’ diverse e (troppo) spesso le alternative sono davvero pochissime, quasi nulle.

E allora che si fa? Due possibili scelte: assumere una baby sitter o iscrivere il proprio figlio (o i propri figli) ai centri estivi. Ma anche qui non è tutto così semplice: negli ultimi anni, infatti, queste strutture hanno praticamente triplicato i costi e non tutte le famiglie possono permetterseli. A lanciare l’allarme sulla condizione delle famiglie, costrette a scegliere se andare in vacanza o pagare il centro estivo, è il Codacons che ha parlato di “costo ingiustificatamente alto”.

“Se almeno 6 milioni di lavoratori in Italia non possono permettersi una vacanza (dati della Confederazione europea dei sindacati), questi stessi cittadini – si legge in una nota – si stanno in questi giorni ritrovando in trappola: anche nella canicola delle città italiane colpiscono infatti i rincari, rendendo di fatto insostenibili i costi di centri estivi, ludoteche e strutture per l’infanzia”.

Il ministro dell’istruzione Valditara aveva provato a trovare una soluzione, ossia un piano per tenere aperte (su base volontaria) le scuole d’estate, ma secondo l’associazione di tutela dei consumatori non basta: “sulle spalle delle famiglie si sta comunque riversando un peso non indifferente”. “Chiediamo al governo di intervenire estendendo le agevolazioni per la frequenza di centri estivi e realtà dedicate all’infanzia, in modo da garantire un supporto ai cittadini che hanno figli e non godono di adeguati supporti”, sostiene il presidente Carlo Rienzi. “Se una parte sempre più ampia degli italiani non fa le vacanze bisogna almeno rendergli più facile la vita, visto che di sicuro chi non va in vacanza non può permettersi una baby-sitter”, conclude.

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