Qualcosa si muove sui fallimenti truffa che negli ultimi anni hanno mandato in rovina centinaia di imprenditori italiani titolari di aziende in buona salute: dopo la clamorosa e coraggiosa denuncia lanciata a inizio giugno su Radio Roma News Tv dall’Associazione contro la Malagiustizia Italiana, nuove vittime hanno trovato la forza di evidenziare quanto capitato alle proprie attività mentre sulla vicenda, ora, si stanno muovendo anche i vertici della politica e della magistratura.
L’impressione, a sfogliare le tantissime denunce raccolte dal gruppo sorto proprio per aiutare gli imprenditori finiti in difficoltà, è di essere in presenza di un sistema ramificato e ben organizzato in grado di replicare in diversi punti d’Italia il medesimo percorso: aziende forti sul mercato, con fatturati imponenti e tanti ordini in portafoglio, si sono trovate improvvisamente in difficoltà e nell’arco di pochi mesi sono state vendute all’asta a pezzi perché finite intrappolate in un meccanismo perverso alimentato proprio dalle procedure fallimentari in vigore nel nostro paese. E fortissimo è il sospetto che dietro molti di questi crack ci sia un disegno criminale che, pur in assenza di una regia condivisa ad accomunare tutte le vicende, coinvolga ogni volta giudici, avvocati e banche compiacenti.
Le vittime di questi fallimenti pilotati non hanno dubbi: sono rimasti vittime di una vera e propria trappola che serve solo a spartire il ricco patrimonio delle aziende. Ci sono imprenditori che dalla sera alla mattina hanno perso tutti i propri averi, ritrovandosi sul lastrico pur avendo sempre amministrato con precisione e correttezza aziende dal fatturato milionario: c’è chi non ha retto alla vergogna e si è tolto la vita, altri si sono ammalati, molti hanno dovuto ricominciare da zero e hanno chiesto aiuto alle mense per i poveri della propria città. Solo alcuni hanno avuto il coraggio di alzare la testa e si sono opposti ma quando hanno presentato denuncia in tribunale hanno visto insabbiare o addirittura respingere le loro inchieste.
L’Associazione contro la Malagiustizia Italiana è nata proprio per dare voce a chi chiede giustizia e si propone di scalfire, quanto meno, il muro di omertà che spesso si erge di fronte a chi evidenzia comportamernti anomali. E qualcosa sembra essersi messo in movimento. Dopo la denuncia formulata in una precedente puntata di Extra, su Radio Roma News Tv, la notizia ha iniziato ad essere ripresa anche da altri giornali nazionali che, seppur con molta cautela, stanno iniziando a evidenziare l’anomalia del fenomeno.
Ma qualcosa si è mosso anche a livello politico: il caso è approdato all’attenzione della commissione parlamentare giustizia che nelle prossime settimane ha già convocato un’audizione per raccogliere informazioni e testimonianze utili per instradare un’indagine politica che faccia luce sull’operato di alcuni tribunali italiani, dove le anomalie sarebbero piuttosto frequenti. E nel frattempo, dopo tante indagini abortite a fronte delle denunce degli imprenditori, anche i vertici del sistema giudiziario italiano hanno deciso di avviare accertamenti.
In questa puntata di Extra, il programma di approfondimento quotidiano condotto da Claudio Micalizio, facciamo il punto sugli ultimi sviluppi con Paolo Bolici, imprenditore di spicco del panorama economico laziale e presidente dell’Associazione Contro la Malagiustizia Italiana.