Hamas: Terroristi o Resistenza? “A Viso Scoperto” puntata del 01/08/2024. Con Romana Rubeo, caporedattrice “The Palestine Chronicle”.
Una domanda “scottante” come ai tempi del covid per avere diritto di parola sul mainstream si doveva premettere “Io sono vaccinato” oggi per poter parlare di Israele e Palestina si deve premettere “Hamas è un organizzazione terroristica”, ma le cose stanno davvero così?
Hamas è un’organizzazione terrorista?
Romana Rubeo risponde così: ‹‹Il modo in cui il concetto di terrorismo viene applicato nella storia è sempre relativo ed è sempre funzionale a quello che un certo apparato vuole far trapelare in quel momento. Prima abbiamo citato brevemente l’Ucraina dove i battaglioni di Azov, ricordiamo questi reportage italiani in cui si parlava di questi meravigliosi combattenti di Azov che leggevano Kant ,se non ricordo male, e ascoltavano musica classica, quindi si andava ad umanizzare quello che fino a qualche mese prima era considerato anche sui media mainstream italiani ed internazionali, diciamo dei combattenti paramilitari nazisti, mentre Hamas viene passato sempre da quel processo di de umanizzazione per cui i palestinesi non possono esprimere un gruppo di liberazione nazionale, necessariamente devono esprimere un’ideologia terrorista. Ora ovviamente è complicato, per ragioni di tempo, far capire quanto Hamas sia radicato all’interno dell’esperienza politica e del tessuto sociale palestinese, nonostante si tratti di un movimento di formazione recente, parliamo di un movimento che è nato comunque alla fine degli anni Ottanta. Ma per quale motivo riveste questa importanza? Perché si pone nel solco di una resistenza più profonda che non ha mai abbandonato il popolo palestinese, che è iniziata già prima del 1948, già con l’opposizione al colonialismo britannico, perché prima del 1948 quel territorio è stato appunto sottoposto a un colonialismo britannico classico, che aveva interessato vari paesi di quell’area. Questo spirito indomito di resistenza del popolo palestinese lo hanno cercato di soffocare a più riprese tutti, più o meno, e a un certo punto tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, dopo la prima intifada, quindi dopo un’esplosione di questa volontà di resistere da parte del popolo palestinese, questo tentativo di soffocare ha preso una strada che anziché essere quella delle armi ha voluto essere quella buona, quella pacifista, quella del finto processo di pace, che ha portato ai finti accordi di Oslo e a una sorta di finta soluzione a due stati. Dico finta perché non c’è mai stata l’intenzione da parte di Israele né di recedere dai territori occupati, né di smettere il suo regime di apartheid né di interrompere le pratiche di crimini internazionali e crimini contro l’umanità che sono stati perpetrati a partire appunto dalla formazione, dalla fondazione dello Stato di Israele. Ai palestinesi era stato prospettato questo accordo come fosse la risoluzione di tutti i mali, in realtà questo accordo è servito soltanto appunto a normalizzare l’occupazione, a normalizzare l’apartheid. Ora una parte di palestinesi si è accontentata per così dire ed è stata creata questa istituzione che è l’autorità nazionale palestinese, che è per certi versi un agente coloniale nella regione, sempre più evidente, mentre coloro che non si sono accontentati sono stati definiti i palestinesi cattivi, palestinesi estremisti, quelli che non volevano, quelli che sono terroristi, che non sono ragionevoli, che non vogliono scendere a patti, ma quella componente è maggioritaria all’interno del popolo palestinese, perché il popolo palestinese non è idiota e sa benissimo che quegli accordi non hanno portato alla pace, tanto è vero che gli insediamenti coloniali sono raddoppiati se non si sono triplicati nel corso degli anni, le uccisioni sono aumentate, le detenzioni sono aumentate, quindi Hamas che cosa fa? Va semplicemente a raccogliere questa istanza di resistenza e la pone come la sua missione, cioè la missione di Hamas è e continua ad essere quella della liberazione della Palestina con ogni mezzo possibile, anche con la lotta armata, che peraltro, come ha ricordato il rappresentante della Cina alla Corte Internazionale di Giustizia, è prevista dal diritto internazionale. Quindi ovviamente a mio avviso è un gruppo di resistenza, è un gruppo di liberazione nazionale che sta interpretando una istanza che arriva profondamente dal popolo palestinese››.
Hamas è colpevole dell’attacco del 7 ottobre classificato come terrorista, viene da domandarsi se bombardare civili, ospedali, scuole, campi profughi, consolati o altri obiettivi in paesi stranieri non siano atti terroristici.
Romana Rubeo
Romana Rubeo è una giornalista italiana, caporedattrice del The Palestine Chronicle. I suoi articoli sono apparsi in varie pubblicazioni online e riviste accademiche. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, è specializzata in traduzioni giornalistiche e audiovisive.
“A Viso scoperto” va in onda tutte le sere, dal lunedì al venerdì, alle 23.00, in replica il giorno successivo alle ore 11.00 escluso il sabato mattina. Contatti: avisoscoperto@radioroma.it
