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Corrado Mantoni: il pioniere della conduzione radiotelevisiva italiana – con Giorgio Simonelli

Ospite d’onore oggi ad “A Casa di Amici”, il Salotto di Radio Roma: in occasione dei cento anni dalla nascita di Corrado Mantoni, pioniere della conduzione radiotelevisiva italiana, un viaggio attraverso le tappe più significative della sua carriera, raccontate dal Professor Giorgio Simonelli, grande storico della televisione.

 

 

Volto storico della Rai, della conduzione assieme a Mike Bongiorno, Pippo Baudo ed Enzo Tortora, riuscì con la sua umiltà, ironia, versatilità ed eleganza, ad entrare nelle case di tutti gli italiani, per i quali diventò “Corrado” e basta. Iniziò la sua brillante ed esemplare carriera come annunciatore radiofonico.

Gli Esordi radiofonici

Corrado Mantoni – esordisce il Professor Simonelli – fu assunto dalla radio, dall’esercito americano, quando l’Italia era ancora un paese occupato dalle truppe alleate, in una fase quindi estremamente complicata e confusa. La sua capacità comunicativa però arrivò a colpire anche gli alleati. Solo dopo pochi mesi, quando rinacque la radio italiana, si trasferì definitivamente”. Proprio in questa occasione, Corrado Mantoni ebbe l’onore di annunciare la fine del Secondo Conflitto Mondiale, la nascita della Repubblica e diversi fatti che hanno portato all’Italia “in cui noi oggi viviamo, un’Italia democratica e repubblicana”.

Saper rendere perfettamente fruibili anche le notizie più crude, era tra le sue massime qualità, grazie a quella stessa capacità comunicativa che aveva colpito in passato, gli alleati in guerra. “Era autoironico e tendeva a sottolineare le sue gaffe. Famosa quella in cui doveva annunciare il primo grande concerto di R. Wagner, ma qualcosa andò storto e disse ‘La valcacata delle WalKirie‘“.

La Corrida: dalla radio al piccolo schermo

Pochi ricordano che tutta la televisione, sia nella prima che nella seconda fase, nasce dalla radio. I format e anche i generi televisivi nascono proprio dalla radio, cosi come tutti i più grandi conduttori di oggi. Il caso de La Corrida, è un caso esemplare e delicato: essendo la radio e la tivù due mezzi completamente differenti, portare sul piccolo schermo qualcosa che è già stato in radio, significa cambiare il patto comunicativo. Corrado seppe farlo molto bene. Inoltre essendo un programma di ‘dilettanti allo sbaraglio’, si necessitava di una certa delicatezza e competenza nel trattare le persone che si esibivano. Credo che questo sia uno dei suoi capolavori. Senza Corrado, è difficile fare La Corrida”.

I Memorabilia di Corrado

Mantoni era il pilastro esemplare della versatilità. Il suo grande successo è dovuto anche alla partecipazione speciale in alcuni film come “Premio Nobel” affianco a Totò o in “Bellissima” di Visconti, per poi conquistare un Cammeo in “Love me Licia” con Cristina D’Avena. Continua, nel contempo, ad entrare nelle case degli Italiani con L’amico del Giaguaro, “Canzonissima”, “Fantastico” e il Festival di Sanremo. Professionista su più fronti, fu autore di molti programmi come “Domenica In” per la Rai, Il Pranzo è servito e “Tira e Molla” per Mediaset.

Carletto: un successo musicale da disco d’oro

Carletto fu una macchietta, una canzone che alludeva ad un bambino immaginario, ma in cui era allo stesso tempo facile identificarsi. Questa canzone arrivò, con grande sorpresa dello stesso Corrado, in vetta della hit parade, conquistando il disco d’oro. Carletto è diventato una pietra miliare del costume italiano”.

La vita privata: dignità, discrezione e autenticità

Diverse furono le situazioni che lo videro coinvolto in momenti particolarmente difficili, ma Corrado “affrontò tutto sempre con molta discrezione, eleganza, senza mai lamentarsi, senza mai alzare i toni, proprio come sul palcoscenico. Dall’incidente stradale, all’intervento alle corde vocali, fino ad arrivare alla sua grave malattia. Non approfittò mai dello show mediatico o degli eccessi di attenzione

C’è oggi, o ci sarà mai un nuovo Corrado?

Sicuramente Carlo Conti. Conti è un pò l’erede di tutti, si è detto di Mike Bongiorno, così come di Enzo Tortora. Lui ha molte delle capacità che Corrado aveva, tra cui partecipazione ed entusiasmo, ma ecco, Corrado aveva il giusto distacco”.

 

“La stessa vita è un attimo fuggente. Ma sto filosofeggiando. Ognuno di noi dovrebbe farsi un esame di coscienza e non dirsi “sono bravo” a meno di non essere un Charlie Chaplin, un Roberto Rossellini, un Vittorio De Sica: pochi di noi possono lasciare un segno nella vita dello spettacolo come per esempio ha fatto Ettore Petrolini, che continua ad aleggiare su ciascuno di noi che conduciamo o scriviamo programmi. Penso che se dall’aldilà vedessi scritto “Via Corrado Mantoni”, su una strada, mi verrebbe da ridere perché credo che passato il mio momento la gente se ne scorderà”

Corrado

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