“Le spiagge libere sono un diritto di tutti”, a Gaeta cittadini sul piede di guerra
Ospite in collegamento a Non solo Roma: Roberto del Bove, responsabile regionale del Conamal
Stagione estiva, spiagge affollate, italiani in vacanza. Ma trovare un punto in cui piantare l’ombrellone non è così semplice. Nel mare magnum del litorale romano, le spiagge libere sono diventate merce rara: gli stabilimenti privati sono ormai ovunque, con prezzi non accessibili a tutti.
Nella spiaggia di Serapo a Gaeta, domenica 28 luglio 2024, un gruppo di cittadini ha organizzato un sit-in in difesa delle spiagge libere. Cosa chiedono? Di recuperare le spiagge libere che le amministrazioni hanno “soffocato” con concessioni a pioggia, concessioni che – tra l’altro – risultano scadute e di cui mancano gli appositi controlli.
“Questa battaglia (che va avanti da anni, NdR) – racconta Roberto del Bove – la portiamo avanti per ribadire, adesso che ci dovranno essere le nuove gare, di tenere in considerazione il recupero delle spiagge libere che sono state sempre più ridotte all’osso dalle amministrazioni comunali che hanno rilasciato le concessioni a pioggia, facendo credere che la spiaggia sia una proprietà privata di pochi e non un bene di tutti.”
Un’anomalia, questa, tutta italiana: da noi, la maggior parte delle coste è occupata da stabilimenti balneari; negli altri Paesi invece si può stendere quasi ovunque il proprio asciugamano. Ci sono dei chioschi che affittano lettini e ombrelloni, ma nessuno impedisce il passaggio delle persone.
Illuminanti, in tal senso, le parole dell’avvocato Roberto Biagini, presidente del coordinamento nazionale di Mare Libero che ha detto chiaramente come il mare sia “di tutti”. Non una consuetudine, ma un diritto sancito dalla Costituzione e non solo: “Secondo il Codice Civile e il Codice della Navigazione il demanio marittimo è un bene pubblico e quindi deve essere accessibile a tutti, in maniera gratuita e generalizzata. Il mare è un bene nostro. Il Codice di Navigazione prevede che solo in casi eccezionali possa essere dato in concessione e privati. In Italia è successo che l’eccezione è diventata la regola e viceversa”.