Saremo anche un popolo di risparmiatori ma non abbiamo una grande competenza sui temi economici: secondo le indagini sul livello di alfabetizzazione finanziaria in Italia, concetti come inflazione, previdenza, risparmio gestito o Pil sono sconosciuti ai più. E dire che sono temi di cui si parla frequentemente sui giornali e in tv e che rappresentano le grandi sfide del nostro paese, cui anche la politica dovrebbe in teoria dare risposte.
Ma perché a noi italiani questi temi interessano poco e perchè da decenni scontiamo un vero e proprio deficit nell’educazione finanziaria?
La domanda è complessa e da tempo è oggetto di dibattito e di confronto tra gli stessi economisti. Ma andiamo con ordine, partendo proprio dalle basi. Con educazione finanziaria s’intende un processo di informazione e apprendimento relativo a concetti e temi del mondo finanziario, per sapersi destreggiare e per apprendere capacità relative alla gestione finanziaria delle proprie risorse (come dobbiamo gestire i nostri risparmi? E’ il caso di cercare di investirli? Su cosa investire? Quali effetti provoca l’inflazione sul nostro potere d’acquisto?).
Secondo un’analisi effettuata dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), l’Italia occupa uno dei posti più bassi nella graduatoria europea relativa all’educazione finanziaria.
E gli esperti di questo autorevole organismo internazionale non sono gli unici a dirlo. Ogni tre anni, per esempio, la Banca d’Italia stende un rapporto sul livello di alfabetizzazione degli italiani. Nel 2023 è stato rilevato un lieve miglioramento rispetto a quanto registrato nel 2020: sarebbe aumentato il livello di comprensione degli italiani verso temi come l’inflazione e la gestione dei risparmi e degli investimenti, e questa maggiore consapevolezza sarebbe dovuta all’aumento dell’inflazione avvenuto negli ultimi anni, che ha portato molte famiglie italiane ad informarsi e a rivalutare il proprio potere d’acquisto.
Nonostante le numerose campagne di informazione e i numerosi strumenti a disposizione degli italiani, l’educazione finanziaria rimane un campo ancora semisconosciuto per una grande fetta di consumatori, specie per i giovani: è stato infatti registrato un punteggio maggiore nei soggetti adulti con più di 34 anni, mentre le fasce femminili registrano punteggi vertiginosamente bassi. La valutazione media sul livello di educazione finanziaria in Italia è di 4,6 su 10 (su una scala da 0-10).
Per cercare di apportare uno sviluppo significativo all’alfabetizzazione finanziaria si è da tempo discusso sull’inserimento di materie scolastiche in grado di trasmettere nozioni e conoscenze di base ai giovani studenti, per cercare di creare una cultura finanziaria di base nelle nuove generazioni.
Ma è difficile insegnare l’economia a chi non ha una particolare vocazione per questi temi? Anche questa è una domanda complessa ma in teoria anche una storia a fumetti può servire allo scopo. Ne sa qualcosa Luca Simonini, giornalista e consulente di comunicazione che ha appena pubblicato un libro rivolto alle famiglie, “Economics 24 – Una graphic novel che ne sa di economia”, dove sono proprio i disegni a spiegare i concetti basilari dell’economia: in questa puntata di Extra, con Claudio Micalizio, cercheremo proprio di capire come mai l’Italia non sa far di conto e quali strategie si potrebbero adottare per favorire un miglioramento delle competenze finanziarie.