Le modifiche alla legge 185 sull’export delle armi hanno introdotto meno trasparenza e controllo? “A Viso Scoperto” puntata del 31/05/2024.
Parliamo delle “Modifiche alla legge 9 luglio 1990, n. 185, recante nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, insieme all’On. Lia Quartapelle Procopio Vicepresidente III Commissione (Affari esteri e Comunitari), PD.
C’era bisogno di cambiare o ammodernare la legge 185 sull’export delle armi?
L’On. Lia Quartapelle risponde così:
‹‹No non c’era bisogno, bastava far rispettare la legge 185, era una legge molto lungimirante quando venne approvata nel 1990, quasi 35 anni fa, introduceva dei meccanismi di grande trasparenza e di controllo rispetto ai legami tra politica estera ed export di armi, io non sono contraria all’export di armi, l’export di armi rappresenta una parte importante del nostro Pil ed è anche uno strumento utile per cementare le relazioni con i nostri paesi alleati: se noi sappiamo produrre bene alcuni sistemi di difesa e dei paesi alleati che corrispondono ai nostri obiettivi di politica estera ne hanno bisogno, io penso che sia una cosa giusta venderle.
La legge 185 introduceva trasparenza cioè “quanto si vende a chi si vende”, che contratti esistono e poi metteva un meccanismo di controllo al ministero degli esteri a cui venivano date delle autorizzazioni, un’azienda produttrice di armi non può vendere senza informare il ministero degli esteri e senza che il ministero autorizzi o meno alla concessione della licenza per le esportazioni.
Questo perché il ministero degli esteri conosce bene la nostra politica estera, conosce bene i rischi connessi ai conflitti dell’uno dell’altro paese e in alcuni casi può dire no: “Guardate sappiamo che la situazione li sta peggiorando, sconsigliamo di vendere in quella situazione”.
Tante volte questo è avvenuto non si sa quante perché quando non viene concessa una licenza non se ne dà notizia, si sa quando le armi vengono vendute non quando le licenze vengono trattenute, però è stato uno strumento per fare politica estera di pace da parte del nostro paese.
Le modifiche proposte dalla maggioranza e finora approvate al Senato invece riducono la trasparenza e trasferiscono questo meccanismo di controllo non più al ministero degli esteri ma alla Presidenza del consiglio, come sei il presidente del consiglio, ma non è un problema di Giorgia Meloni, il ruolo del presidente del consiglio avesse il tempo il modo di occuparsi di queste cose, mentre per noi era meglio che questo tema restasse al ministero esteri dove c’è un personale specializzato sulla politica estera, sulla pace sui conflitti sull’osservare cosa succede nei vari paesi del mondo, queste due modifiche per noi sono molto pericolose e molto sbagliate per questo le abbiamo fino ad ora avversate››.
“A Viso scoperto” va in onda tutte le sere, dal lunedì al venerdì, alle 23.00, in replica il giorno successivo alle ore 11.00 escluso il sabato mattina. Contatti: avisoscoperto@radioroma.it