È iniziato poco dopo le 11 al Ministero dei Trasporti l’atteso incontro tra i sindacati dei tassisti e i rappresentanti del governo per cercare di trovare un accordo che scongiuri lo sciopero indetto per domani e giovedì. I rappresentanti delle auto bianche sono decisi a dare battaglia contro «la liberalizzazione del trasporto pubblico non di linea» che, come si ribadisce nella nota diffusa ieri dalla Cgil, «renderà il lavoro dei tassisti economicamente insostenibile».
Per Andrea Di Mattia (Fit Cisl Trasporti) i nodi più controversi sono la piattaforma tecnologica e la possibilità di cambiare il nominativo sul foglio di servizio: «Stando alla bozza di provvedimento, il conducente – spiega – potrà fare come vuole: se riceve una prenotazione per via telematica potrà disdirla pochi minuti prima, a prescindere se sia stato il cliente a cancellarla… Sarà il far west». Ma a scatenare la rabbia della categoria è il «costo di interconnessione» applicato da colossi come Uber e affini: «Se adesso la tariffa fissa dal Centro all’aeroporto di Fiumicino è di 50 euro, utilizzando la piattaforma verrà applicato un costo aggiuntivo di 2,50 euro che andrà ai gestori del servizio: a nostro avviso – spiega ancora Di Mattia – non dovrebbe succedere con una tariffa amministrata».
Intanto il Comune di Roma ha deciso di accelerare sulla messa a bando di mille nuove licenze di taxi per l’assegnazione entro luglio.