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Dehors, tra Governo e Campidoglio è guerra: ma cosa chiedono i locali? – Extra – Giovedì 30 maggio 2024

Un conflitto tra istituzioni non è una novità per il complesso sistema dei poteri che alimentano l’assetto costituzionale italiano.

Storici e politologi dicono che accadeva anche in passato ma questa sovrapposizione di competenze tra organi differenti dello Stato si è verificata con più frequenza in epoca di federalismo, da quando cioè è stata riorganizzata la lista delle competenze tra gli organi centrali e quelli periferici dello Stato: i casi più frequenti di conflitti di attribuzione riguardano la salute e l’ambiente, argomenti sensibili su cui spesso i ministeri si trovano a battagliare con le Regioni.

L’ultimo scontro istituzionale, invece, riguarda la questione dei dehors, cioè i tavolini che durante la pandemia erano stati autorizzati davanti a bar e ristoranti per aumentarne la capienza quando erano in vigore le norme del locdkown. In questo caso a duellare sono Governo e Campidoglio.

Roma Capitale sta lavorando da mesi ad una norma che preveda la rimozione delle pedane dal centro storico nel 2025 ma nel frattempo, dopo una serie di deroghe, il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha promesso ai ristoratori una legge per salvaguardare i dehors, da inserire nella legge annuale per la concorrenza. E l’idea dell’esecutivo sarebbe di rendere permanenti i dehors, perché andrebbero considerati un elemento di arredo urbano in grado di migliorare la socialità e il decoro nei centri storici.

Una mossa, quella del governo, decisamente inaspettata quanto meno perché l’esecutivo Meloni aveva prorogato le norme provvisorie su tavolini e sedie all’aperto fino al 31 dicembre 2024, motivo per cui il Comune di Roma aveva pianificato di implementare nel 2025 un piano per ridurre la presenza dei dehors in alcune aree della città, specialmente nel I Municipio.

Poi la svolta a sopresa, che l’assessora capitolina Monica Lucarelli ha definito “inaccettabile” sostenendo che “mantenere i dehors senza considerare le specificità locali dimostrerebbe arroganza e disinteresse da parte del governo centrale”, e che questa decisione sembra essere motivata da interessi politici piuttosto che dalle reali esigenze dei residenti e degli imprenditori locali.

Anche Andrea Alemanni, presidente della Commissione Commercio di Roma Capitale, ha espresso un’opinione simile, affermando che “Urso parla con incompetenza di un argomento serio e che questo approccio viola le autonomie e le responsabilità degli enti locali” a cominciare proprio dai comuni: per questo Antonio Decaro, presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), ha chiesto al ministro regole chiare e un confronto con l’Anci, sottolineando che, sebbene i dehors abbiano sostenuto la ripresa economica e sociale dopo il Covid, “ora sono necessarie regole chiare per evitare occupazioni disordinate”.

La cronaca amministrativa di Roma, del resto, racconta da anni anche gli effetti collaterali della proliferazione dei dehors: luoghi di aggregazione e socializzazione, certo, ma anche di schiamazzi e disordine che spesso provocano malumori tra i residenti soprattutto di quei quartieri a maggior vocazione turistica.

Per non parlare dei risvolti economici. Se per un ristorante o un locale i tavolini sono stati preziosissimi durante l’emergenza sanitaria, dopo hanno rappresentato un importante volano per i fatturati ma, al contempo, un danno per gli enti locali. Emblematico il caso del I Municipio: la commissione municipale Bilancio ha scoperto che ci sono nove milioni di euro non riscossi per le occupazioni di suolo pubblico (Osp) Covid negli anni 2022 e 2023 e mentre nel 2021 il Comune ha esentato dal pagamento della tassa, non risultano entrati nelle casse del Municipio neppure tre milioni del 2020, denaro che rischia di andare perduto perché dopo cinque anni scatta la prescrizione. Dunque, in sostanza, mancherebbero 12 milioni di euro e non per colpa dei titolari dei locali ma perché il dipartimento Bilancio del Campidoglio non ha ancora inviato i bollettini adeguati per incassare il dovuto secondo le norme comunali.

Ora questo nuovo capitolo della “guerra dei dehors” tra Governo e Comune. Ma i commercianti cosa ne pensano? In questa puntata di Extra, Claudio Micalizio ne parla con Claudio Pica, presidente di Fiepet Confesercenti e vicepresidente di Confesercenti Roma. 

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