L’ex sindaca Virginia Raggi è stata rinviata a giudizio con l’accusa di calunnia nella vicenda dell’approvazione del bilancio Ama del 2018. “Ho subito enormi pressioni affinché si approvasse un bilancio che presentava aspetti poco chiari. Provo, pertanto, sconcerto per una vicenda che sono stata io a denunciare in Procura” ha dichiarato. L’attuale consigliera di opposizione ha calunniato l’ex presidente e Amministratore Delegato di Ama, Lorenzo Bagnacani, sostenendo che il manager l’aveva accusata di voler far fallire la municipalizzata per venderla ai privati. Raggi – difesa dall’avvocato Pierfrancesco Bruno, per il quale “non c’è calunnia” – sarà processata insieme a un ex assessore e a tre dirigenti, accusati di tentata concussione per aver fatto pressioni su Bagnacani per aggiustare il bilancio di allora. I due principali imputati sono l’ex direttore generale del Comune, Franco Giampaoletti, e l’allora responsabile del Bilancio, Gianni Lemmetti. Ma la lista comprende anche Luigi Botteghi, ex dirigente alla Ragioneria generale, e Giuseppe Labarile, ex direttore delle Partecipate. Il gup ha disposto che il Campidoglio figuri come responsabile civile nel processo. Il braccio di ferro tra i vertici di Palazzo Senatorio e l’Ama ruotava attorno all’esistenza (o meno) di un credito di 18 milioni circa a favore della municipalizzata.