Contestazione all’indirizzo della ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, agli Stati generali della Natalità, a Roma. “Vergogna, vergogna!”, hanno urlato alcuni giovani dalla platea appena la ministra ha preso la parola, esponendo alcuni cartelli. Una di loro è poi stata invitata a salire sul palco: “Sui nostri corpi, decidiamo noi”, ha detto.
“Ragazzi, ma noi siamo d’accordo: nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno. E’ per questo che siamo qui, perchè oggi le donne non decidono sul proprio corpo, non decidono fino in fondo liberamente se vogliono avere figli”, ha risposto la ministra. “Questo è un evento organizzato da una fondazione, non è convocato dal governo”, ha precisato il presidente della Fondazione per la Natalità, Gigi De Palo, di fronte al perdurare delle contestazioni.
La ministra Roccella, ha poi lasciato gli Stati generali della Natalità. La protesta è stata inscenata da alcuni studenti provenienti da diverse parti d’Italia con il movimento transfemminista Aracne. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato a Eugenia Roccella per esprimerle solidarietà per quanto accaduto, sottolineando che “voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione“. Solidarietà anche dalla premier Giorgia Meloni, che si augura “che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà e di condannare, senza se e senza ma”.