Papa Francesco vuole fermamente la scomunica di Padre Janvier Gbénou – Father Jesusmary Missigbètò.
Padre Gbénou o anche Padre Gennaro per noi italiani è un sacerdote coraggioso, fedele al Vangelo e alla tradizione, disposto a tutto per difendere la Parola di Dio, abbiamo imparato a conoscerlo attraverso numerose interviste, nelle sue lettere aperte e nei suoi interventi su quotidiani e media internazionali non le manda a dire a Papa Francesco, smascherando le sue aperte eresie e denunciando il suo chiaro tradimento verso il Vangelo , la tradizione e la stessa Chiesa, invitandolo ad ammettere e a correggere i suoi errori, ma Francesco invece di correggersi condanna, la “chiesa della misericordia” di Francesco ha pietà per tutti ma non per i figli di Dio?
A qualcuno potrebbe sembrare una cosa assurda, ma Padre Gbénou non fa altro che portare avanti i doveri di ogni cristiano e di ogni cattolico, infatti San Paolo fece una correzione filiale proprio a San Pietro il capo della Chiesa di Gesù. È un compito irrinunciabile di ogni cattolico denunciare pubblicamente le eresie di Papa Francesco che sta traghettando la Chiesa lontano dalla Parola di Dio, pubblicamente perché le correzioni fatte in forma privata o tramite lettera sono ormai innumerevoli e, dal momento che Papa Francesco non solo fa orecchie da mercante ma continua ad inanellare un’eresia dietro l’altra, non resta che la pubblica denuncia e la richiesta di correzione. Lo stesso compito spetta in prima persona a tutti i sacerdoti, vescovi e cardinali che invece, come sottolinea Mons. Viganò Tacciono: «Vi dico che se costoro tacciono, grideranno le pietre» (Lc 19, 40), e grazie al loro silenzio Francesco può continuare ad ingannare i fedeli.
La richiesta di aiuto di Padre Gbenou
Padre Gbenou è attualmente sospeso a divinis, ovvero gli è vietato dire messa, confessare o eseguire qualsiasi altro compito che compete ad ogni sacerdote. Sospeso dall’incarico, emarginato ma anche vessato e perfino apertamente minacciato di morte ben cinque volte.
Se siamo arrivati al punto di minacciare di morte un sacerdote che difende la parola di Dio, nel silenzio assordante di uomini di Chiesa e fedeli, è chiaro che c’è più di qualcosa che non va. Così Padre Gbenou lancia un appello chiedendo l’aiuto di tutti:
Cari fedeli cattolici, il 19 febbraio 2024, il Vaticano e l’Opus Dei hanno aperto un processo canonico che porterà al mio licenziamento dallo stato clericale.
Perché? Dal 2020, condivido con il Popolo di Dio numerosi testi e video sugli errori morali e dottrinali di Papa Francesco.
Gli errori di Francis sono reali? Sì! Sì!
Dovrei restare in silenzio? No! No! No! Perché sarebbe il peccato di complicità e adulazione. Da sacerdote, in buona coscienza, ho il dovere morale di informare i cristiani sugli errori che Papa Francesco si è rifiutato di correggere dal 2016 e che costituiscono un danno alla loro coscienza.
È giusto licenziare un prete che dice la verità al popolo di Dio? No! No! No!
Il mio incontro con il vicario dell’Opus Dei in Costa d’Avorio è per l’8 maggio 2024.
SCRIVETE E CHIAMATE: per chiedere l’annullamento del processo e che Papa Francesco sia invitato a correggere gli errori del suo magistero…
PREFECT OF THE DICASTERY FOR THE CLERGY Lazarus You Heung-Sik prefetto@cclergy.va +39 06 69 88 41 51
PRELATE OF OPUS DEI Fernando Ocáriz international@opusdei.org +39 06 80 89 61
VICAR OF OPUS DEI IN IVORY COAST Serge Abdoulaye Sissoko abidjan.ci@opusdei.org +225 27 22 41 65 15
L’intervento di Mons. Viganò
Per la seconda volta Mons. Viganò, acerrimo oppositore di Papa Francesco, è intervenuto in difesa di Padre Gbenou con un tweet tanto potente quanto efficace, dove oltre al silenzio denuncia la gravissima ingiustizia che sta perpetrando il Vaticano nei confronti del sacerdote africano
La lettera aperta di padre Janvier Gbénou – vergognosamente cacciato dall’Opus Dei e dimesso dallo stato clericale a causa della sua fedeltà al Magistero cattolico e della sua aperta opposizione all’apostasia della setta bergogliana – può a prima vista apparire ingenua e inutile. io stesso, nel leggere l’elenco – peraltro parziale – delle deviazioni e delle eresie di Papa Francesco, mi sono chiesto a cosa possa servire rivolgersi ai cardinali e ai vescovi dell’Orbe – ai quali io stesso più volte ho lanciato un appello – per chiedere una pubblica correzione di un apostata manifesto. Con uno sguardo soprannaturale comprendiamo quanto siano vere e attuali le parole di Nostro Signore: «Vi dico che se costoro tacciono, grideranno le pietre» (Lc 19, 40). Tacciono i Cardinali, tacciono i Vescovi, tace il Clero e il popolo. Tacciono i complici dell’apostasia e della fornicazione, ma tacciono anche coloro che si trovano sotto ricatto o minaccia perché devono la propria legittimità all’arbitrio di un usurpatore che pure riconoscono come Papa. Tacciono coloro che denunciano gli effetti della crisi ma non vogliono riconoscerne le cause, che colpevolmente condividono, ad iniziare dal Vaticano II e dalla sua liturgia ereticale. Tacciono addirittura quanti, per aver difeso la Verità cattolica, da cinquant’anni sono ostracizzati dalla Chiesa ma sperano di poter beneficiare dell’esodo di fedeli dopo la promulgazione di Traditionis Custodes. Tace persino quel Cardinale, venuto giù dalla Val Camonica, che ha reso invalido il Conclave del 2013. Tace anche quell’altro cardinale (salvato in extremis dalla morte grazie al coraggioso intervento di una Veronica) pur avendo confidato ad amici l’invalidità del Conclave. Tacciono infine i fedeli, e non per vigliaccheria o pavidità, ma perché scandalizzati e ormai delusi da una Gerarchia totalmente asservita al nemico. Il grido di Padre Jesusmary squarcia il silenzio con la semplicità delle parole di un bambino, con la limpidezza della voce di un vero discepolo di Cristo. E questo grido echeggia nel vuoto desolante di una Chiesa martoriata, tra le volte di un tempio deserto e profanato dai suoi stessi Ministri. Sta ai pochi che sono rimasti fedeli scuotersi dal proprio torpore, scorgendo in quel grido disperato e sofferto un appello a restituire alla Sposa dell’Agnello la dignità che le è stata strappata da pastori indegni e mercenari. Perché questa “vox clamantis in deserto” potrebbe essere un ultimo appello con cui la Provvidenza chiama a raccolta i Suoi; con cui prepara la purificazione dolorosa e severa dei malvagi; con cui segna un punto di non ritorno prima della venuta di Cristo, come un ladro nella notte (1Ts 5, 2).
La lettera apera di padre Janvier Gbénou – vergognosamente cacciato dall’Opus Dei e dimesso dallo stato clericale a causa della sua fedeltà al Magistero cattolico e della sua aperta opposizione all’apostasia della setta bergogliana – può a prima vista apparire ingenua e inutile.… pic.twitter.com/GUGAZImCak
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) April 13, 2024
La Chiesa di Papa Francesco vuole la scomunica
Secondo una mail ottenuta da LifeSiteNews, il sacerdote potrebbe essere punito molto severamente per aver continuato a sottolineare in pubblico gli errori teologici di papa Francesco: insomma potrebbe essere destituito dallo stato clericale.
Il processo che avrà luogo ad Abidjan è, secondo Sissoko:
« … È solo questione di sentire la tua difesa in merito alla tua disobbedienza a quanto la Santa Sede ti aveva imposto nel decreto del 30 maggio 2022, ossia “di astenersi del tutto per il futuro dal compiere qualsiasi comunicazione sui media fino a nuovo provvedimento e senza il permesso del competente Dicastero della Sede Apostolica” (ad astenersi totalmente per il futuro da qualsiasi comunicazione sui media fino a nuovi provvedimenti e senza l’autorizzazione del competente Dicastero della Sede Apostolica) ».
Allo stesso tempo, questo decreto ti ha avvertito che: “in caso di ostinata disobbedienza al presente precetto potrà incorrere in provvedimenti disciplinari e penali più gravi” Poiché lei è già stato sospeso dall’esercizio del ministero sacerdotale e i suoi interventi sui media come sacerdote stanno arrecando danni alla comunità ecclesiale, si ritiene che i “provvedimenti disciplinari e penali più gravi’ non possano che essere la dimissione dallo stato clericale.
La lettera ai Prefetti
Padre Janvier Gbénou 25 aprile 2024
janviergbenou@gmail.com San Marco Evangelista
Porto-Novo
BENIN
A Sua Eminenza Lazarus You Heung-Sik, Prefetto del Dicastero per il Clero – VATICANO
A Sua Eccellenza Fernando Ocáriz, Prefetto del Dicastero per il Clero Prelato dell’Opus Dei – ROMA
Eminenza e Eccellenza,
Che Gesù e Maria vi benedicano sempre! Con umiltà e rispetto, vorrei chiedere alla Vostra alta benevolenza, per false accuse e mancanza di prove, l’annullamento del processo aperto contro di me il 19 febbraio 2024.
- Secondo la lettera dell’8 aprile 2024 del Vicario dell’Opus Dei, in base al canone 1371§1, sono accusato di “disobbedienza a ciò che la Santa Sede ti ha imposto con il decreto del 30 maggio 2022”, cioè di osservare un totale silenzio sugli errori morali e dottrinali di Papa Francesco. Ma ecco il contenuto del canone: “Chi non obbedisce alla Sede Apostolica, all’Ordinario o al Superiore che legittimamente gli comanda o gli proibisce, e dopo l’ammonizione persiste nella sua disobbedienza, sia punito, a seconda della gravità del caso, con una censura o con la privazione dell’ufficio o con altre pene di cui nel can. 1336,
- § 2-4”. L’accusa è quindi falsa perché non tiene conto di un aspetto importante della virtù dell’obbedienza: la legittimità dell’ordine impartito. Infatti, dobbiamo necessariamente porci una domanda: Il magistero di Francesco contiene errori, SÌ o NO? Se NO, sono effettivamente in difetto e avrei dovuto tacere. Se SÌ, non solo non sono in difetto, ma per non commettere il peccato di complicità e adulazione [1], ho, come sacerdote, il grave obbligo morale di informare i cristiani sugli errori che Francesco si è rifiutato di correggere dal 2016 e che sono dannosi per la loro coscienza morale. Qualsiasi persona intellettualmente e moralmente onesta sa che la risposta è SÌ, dal momento che Francesco ha ricevuto numerose correzioni filiali dalle sue figlie e dai suoi figli di tutto il mondo (professori universitari ed esperti di Teologia, Morale e Diritto canonico) che lo hanno invitato a correggere i suoi errori [2]. Di conseguenza, la mia disobbedienza è legittima, poiché l’ordine impartito nel decreto del 30 maggio 2022 è illegittimo.
- Secondo la lettera dell’8 aprile 2024 del Vicario dell’Opus Dei, le mie “pubblicazioni possono essere soggette alla tipologia penale stabilita dal canone 1373 del Codice di Diritto Canonico”. Ecco il contenuto del canone: “Chi pubblicamente suscita rivalità e odi contro la Sede Apostolica o l’Ordinario per un atto di ufficio o di funzione ecclesiastica, oppure eccita alla disobbedienza nei loro confronti, sia punito con l’interdetto o altre giuste pene”. Quali sono le prove di questa accusa (date e luoghi, parole e azioni che costituiscono rivalità e odi contro la Sede Apostolica o che eccitano alla disobbedienza a un ordine legittimo di Papa Francesco)? Nella mia lettera del 9 aprile 2024, ho chiesto al Vicario dell’Opus Dei di inviarmele per iscritto in modo da poter preparare la mia difesa, ma ad oggi non ho ricevuto nulla. Questo era prevedibile, visto che le prove non esistono: la mia coscienza e Dio sono testimoni del fatto che non ho mai chiesto ai cristiani di avere rivalità e odi contro la Sede Apostolica o di disobbedire agli ordini legittimi di Papa Francesco.
Secondo il Diritto Canonico e il Diritto Civile, questa seconda accusa è irricevibile perché l’accusatore non può presentare le prove della sua accusa.
- Per favore, permettetemi ora di segnalarvi la recente condanna del Cardinale Marc Ouellet (3 aprile 2024) da parte di un tribunale civile francese, per aver espulso una donna da un ordine religioso, senza prove d’accusa fondate. È stato questo stesso cardinale a convalidare la mia ingiusta espulsione dall’Opus Dei, senza prove d’accusa, come ho fatto notare al Vicario dell’Opus Dei nella mia lettera del 26 marzo 2024. Dovrei in futuro rivolgermi a un tribunale civile per chiedere un risarcimento per la mia ingiusta espulsione dall’Opus Dei ed eventualmente per la mia ingiusta dimissione dallo stato clericale? In effetti, il 22 gennaio 2021, a Yamoussoukro (Costa d’Avorio), sono stato espulso (la parola non è sbagliata, perché è esattamente quello che è successo in presenza di testimoni) dal mio luogo di residenza abituale da un sacerdote, con divieto di ritorno, divieto impartito a questo sacerdote dal Vicario dell’Opus Dei. Dopo aver vissuto per 23 anni (1998-2021) nei centri dei numerari dell’Opus Dei, sono stato improvvisamente allontanato dal mio ambiente e dai miei amici abituali e costretto a vivere da solo in un convento di carmelitane per 5 mesi. Ho sofferto danni psicologici, affettivi e morali, e sono stato persino calunniato, poiché diversi amici mi hanno riferito che i direttori dell’Opus Dei a Roma, in Francia e in Costa d’Avorio, senza alcuna base logica o medica, hanno detto a molte persone che avevo problemi psichiatrici che mi hanno portato a contraddire pubblicamente Papa Francesco.
- Tuttavia, non sono l’unico sacerdote ad aver subito tali abusi di potere e umiliazioni; ci sono molti altri nell’Opus Dei, compresi i laici. Per esempio, José Luis Aberasturi, sacerdote e giornalista spagnolo. Questi abusi esistono anche in diverse diocesi del mondo e coinvolgono sacerdoti, religiosi e religiose, laici e laiche. La Coalition for Canceled Priests ve lo può confermare. Ecco solo alcuni esempi: Monsignor Juan de Dios Olvera Delgadillo dal Messico, Padre Tullio Rotondo dall’Italia, tre eremiti dalla Scozia (Stephen de Kerdrel, Colette Roberts e Damon Kelly), John Rist, Josef Seifert, ecc.
- È forse possibile che il Prefetto del Dicastero per il Clero sia silenzioso e indifferente alle sofferenze di tanti sacerdoti in tutto il mondo che vengono maltrattati perché predicano la verità sul relativismo e l’etica della situazione che Francesco ha introdotto nell’insegnamento tradizionale della Chiesa? È forse possibile che Sua Eminenza Lazarus You non si renda conto che è ingiusto e crudele dimettermi dallo stato clericale perché informo il Popolo di Dio sugli errori di Francesco? Lei ha forse dimesso dallo stato clericale Padre Marko Rupnik, che ha abusato sessualmente di molte suore a partire dal 1985? No.
Lei ha forse dimesso dallo stato clericale Padre Krzysztof Charamsa che, dopo aver lavorato per diversi anni in Vaticano, è apparso sui media il 3 ottobre 2015 con il suo compagno, affermando di essere “un sacerdote omosessuale, felice e orgoglioso della propria identità”? No. Lei ha forse dimesso dallo stato clericale Padre Luigi Capozzi che, nel giugno 2017, ha organizzato una festa omosessuale (con consumo di droga) in un appartamento del Vaticano? No. Non è forse arrivato finalmente il momento che tutti i cristiani chiedano che cessino le ingiustizie e che Papa Francesco sia invitato a correggere gli errori del suo magistero?
Con affetto,
Firmato (firma elettronica)
Padre Janvier Gbénou
_______________________
[1] “È da bandire qualsiasi parola o atteggiamento che, per lusinga, adulazione o compiacenza, incoraggi e confermi
altri nella malizia dei loro atti e nella perversità della loro condotta. L’adulazione è una colpa grave se si fa complice
di vizi o di peccati gravi.” (Catechismo della Chiesa Cattolica 2480)
[2] Cfr. Lettera Aperta al Collegio Cardinalizio, 29 giugno 2016, 45 firmatari; Correzione Filiale a Papa Francesco,
16 luglio 2017, 62 firmatari; Lettera Aperta ai Vescovi, aprile 2019, 20 firmatari; Dichiarazione ‘Vírgen Santísima de
Guadalupe, Mater Veritatis Salutaris’, 12 dicembre 2021, 58 firmatari; Appello Filiale a tutti i Cardinali e Vescovi
della Chiesa Cattolica, 2 febbraio 2024, 511 firmatari; ecc.