Sette ore di discussione da parte delle difese della famiglia Tulliani e di Gianfranco Fini hanno caratterizzato il dibattimento di ieri. Ora la decisione dei giudici sulla vicenda che ha riguardato la compravendita della casa di Montecarlo è prevista per il 30 aprile. Ieri in aula c’è stata una dichiarazione da parte del cognato di Fini, Giancarlo Tulliani che ha ammesso, attraverso il suo avvocato Manlio Morcella, non di aver riciclato ma fatto lobbying per il re delle slot Francesco Corallo. Un argomento, questo, che, a detta della difesa, spiegherebbe una serie di circostanze e particolarmente la «generosità» di Corallo verso Tulliani. La difesa di Sergio e Giancarlo Tulliani ha poi sostenuto anche un argomento di natura tecnica, il fatto cioè che l’accusa sostenuta dall’antimafia sia andata oltre le proprie prerogative: “L’ applicazione della pm antimafia era ampiamente scaduta perché nell’avviso di conclusione indagini era già caduta l’aggravante mafiosa. A novembre 2017 già non c’era più. Ci sono ombre in questa accusa”…