Alessandro Tavanti aveva 24 anni quando fu investito e ucciso il 31 ottobre 2021. Daniele Allam, 31 anni, viaggiava su un’Audi quando tamponò la sua motocicletta, andando ad una velocità di 145 km/h. Poi fuggì senza soccorrerlo e lo lasciò lì agonizzante. Poi, di fronte agli inquirenti, simulò il sequestro dell’auto. Ieri, giorno dell’udienza in cui è stato condannato a sei anni di reclusione, i genitori, presenti in aula, si aspettavano almeno delle scuse, ma non sono arrivate. Non un gesto di pentimento. Il 31enne è stato giudicato con il rito abbreviato e il gup ha quantificato una pena superiore alla richiesta di 5 anni di carcere del pm Antonio Calaresu. Che nel corso della requisitoria ha sottolineato l’assenza di ogni tentativo dell’imputato di scusarsi. La sentenza arriva dopo il rigetto del gip alla richiesta della difesa di patteggiare a una pena a due anni e otto mesi di reclusione. Le imputazioni contestate ad Allam sono di omicidio stradale e simulazione di reato. C’era il Dna del fuggiasco sull’airbag della sua auto e questa è stata la prova che ha incastrato il condannato.