Ogni volta che si parla di scuola, tutti alzano le barricate: le famiglie lo fanno perché, comprensibilimente, sono coinvolte e temono che ogni novità possa nuoccere alla formazione dei propri figli mentre i politici, che puntualmente si inseriscono e alimentano all’inverosimile ogni polemica con la complicità dei media, alzano i toni per raccimolare voti in quella perenne campagna elettorale che ormai è diventata la politica italiana.
E’ successo poche settimane fa con il caso della scuola di Pioltello che ha deciso di sospendere le lezioni nel giorno del Ramadan perché l’alta percentuale di studenti di fede musulmana avrebbe disertato le lezioni: al di là del caso specifico, l’episodio era l’occasione ottimale per fare il punto sul tema delle classi miste e di come migliorare la convivenza in aula di bambini e ragazzi di fede, abitudini, cultura e lingue talvolta differenti.
E invece tutto come da clichè: complice la campagna elettorale per le amministrative e le europee, del tema si è parlato in ogni talk show per giorni interi fino a ieri, mercoledì 10 aprile, quando tutto è andato liscio, salvo qualche comprensibile protesta di uno sparuto gruppo di mamme che si è ritrovato davanti all’istituto per lamentarsi soprattutto del disagio provocato nell’organizzazione delle famiglie. Poi i riflettori della tv si sono spenti e tutti i buoni propositi di provare ad affrontare il tema sul piano organizzativo si sono dissolti come neve al sole. Fino alla prossima protesta, ovviamente.
Qualcosa di analogo succede da anni per il più tabù tra i temi: il sesso. Per gli esperti, educare alla sessualità e all’affettività, introducendo specifiche ore di lezione, permetterebbe di favorire la comprensione e la gestione delle proprie emozioni attraverso l’incremento della conoscenza e della consapevolezza emotiva. Oltre a raggiungere altri obiettivi meno ambiziosi e forse anche più utili come un approccio più “guidato” e consapevole alla sessualità e ai rischi di condotte non protette. Ma puntualmente, ogni volta che si prova ad affrontare il tema, la polemica dilaga e ogni proposito divulgativo tramonta.
Temi sempre validi ma che potrebbero essere ancora più importanti in un periodo in cui si cerca di arginare anche la piaga del femminicidio. Attraverso lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, si impara a identificare le sensazioni e i sentimenti personali, migliorando così le capacità affettive per favorire relazioni interpersonali positive. L’importanza della sfera sessuale e affettiva nel processo di sviluppo individuale, soprattutto durante la transizione dalla pubertà all’adolescenza, è evidente.
L’educazione all’affettività e alla sessualità mira a aiutare i giovani ad acquisire conoscenze e consapevolezza emotiva, promuovendo scelte orientate al benessere e al rispetto di sé e degli altri. L’obiettivo è favorire lo sviluppo delle capacità cognitive e affettive, la risoluzione dei problemi e l’autonomia nell’affrontare la propria vita. È cruciale che ragazze, ragazzi e famiglie ricevano sostegno lungo questo percorso. Le esperienze nelle scuole dimostrano l’importanza del dialogo su emozioni, corporeità, affettività e sessualità, iniziando fin dall’infanzia e continuando attraverso la scuola primaria e secondaria, adattando gli approcci alle diverse fasce d’età.
L’inclusione dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole ha diversi obiettivi specifici: migliorare le competenze personali, relazionali, comunicative ed emotive; favorire la riflessione sulle emozioni e sui modelli di relazione; aumentare la consapevolezza della sessualità come aspetto multidimensionale della persona; fornire informazioni corrette sulle questioni legate alla crescita. La scuola può collaborare con professionisti del settore e istituzioni locali per implementare questi percorsi educativi.
È evidente il crescente interesse degli adolescenti per i temi di genere e la necessità di sensibilizzazione sulla violenza di genere. L’educazione all’affettività, alla sessualità e alle relazioni sane deve diventare parte integrante dell’educazione dei giovani. Durante la fase della pubertà, i cambiamenti fisici e ormonali possono generare disagio e confronto con gli altri. È importante affrontare questa fase complessa con supporto e comprensione.
Ma allora perchè temi così importanti sono un tabù a scuola? In questa puntata di Extra, Claudio Micalizio affronta il tema insieme a Giovanna Giacomini, pedagogista e formatrice che al temi della didattica ha dedicato un libro, “Scuole felici“, che poi è diventato anche un vero e proprio modello educativo.