Uno scambio politico-mafioso di voti, questa la pesante accusa degli inquirenti nei confronti dell’ex sindaco di Anzio Candido De Angelis e di altri quattro politici sono indagati, che ora finiscono sotto indagine. Secondo la direzione distrettuale Antimafia di Roma nelle elezioni politiche del 2018 che portarono all’elezione di Candido De Angelis a sindaco del Comune di Anzio, nel 2022 sciolto per infiltrazioni mafiose insieme a quello di Nettuno, ci sarebbe stato dunque uno scambio politico-mafioso di voti. Nel Comune di Anzio i politici avrebbero beneficiato dei favori elettorali dei boss, finiti in manette nell’operazione Tritone, che portò in manette una sessantina di persone, tra cui anche l’ex assessore ai lavori pubblici Giuseppe Ranucci di Forza Italia, l’ex consigliera Cinzia Galasso di Fratelli d’Italia, la consigliera Lucia Pascucci della civica De Angelis e l’ex assessore Gualtiero Di Carlo, tutti legati alla giunta De Angelis sciolta per mafia. Negli atti d’indagine infatti, e nelle risultanze della commissione d’accesso nominata dal ministero dell’Interno, si legge di come le famiglie Madaffari, Perronace, Tedesco e Gallace abbiano condizionato le elezioni politiche orientando i voti. Nelle relazioni che hanno portato allo scioglimento dei comuni di Anzio e Nettuno, vengono riportate intercettazioni telefoniche intercorse tra gli esponenti dei clan, che si sarebbero accordati su come far confluire i voti.