5g, transumanesimo e guerra ma anche Chip e microchip.
Chip nel cervello, rischio hacker? Torniamo sull’argomento dopo diverse puntate che trovate qui, qui, qui, qui , e qui
“È come se stessimo assistendo a un passaggio chiave nel cosiddetto Rinascimento digitale, in cui la tecnologia, al pari del recente focus sullo smart working durante la pandemia, sta ridefinendo il modo in cui percepiamo il mondo».
Ha dichiarato Pierguido Iezzi, ceo di Swascan del gruppo Tinexta, alla Verità (articolo del 3702/2024) riferendosi all’ l’impatto del primo microchip in un cervello umano annunciato da Elon Musk ovvero al transumanesimo.
Già le premesse dovrebbero far riflettere considerando lo sfortunato paragone con l’era Covid e il lavoro agile e il riferimento alla rivoluzione digitale. Siamo in mano a dei folli che pensano di potersi sostituire a Dio, senza rendersi conto di essere solo dei goffi e maldestri imitatori del creato con la presunzione di essere in grado di manipolarlo, d’altronde il mantra del transumanesimo è il raggiungimento dell’immortalità. Certo l’uomo è in grado di manipolare anche la vita, ma a quali condizioni e soprattutto con quali conseguenze? Una domanda a cui questi signori non sanno rispondere e questo dà la misura della loro follia, la logica viene oscurata dal loro egocentrismo e dalla voglia di potere.
I pericoli del transumanesimo
«È una rivoluzione che punta al trattamento di molte malattie neurologiche, ma allo stesso tempo comporta tanti rischi. In primo luogo, la privacy: i Brain-computer interface (Bci) acquisiscono dati direttamente dal cervello. La capacità di interpretare i pensieri solleva interrogativi etici sulla riservatezza individuale e sulla sicurezza dei dati neurali, a rischio di accesso non autorizzato e di possibili manipolazioni».
Che tradotto significa: «È già diventata parte di piani di ricerca e sviluppo in Paesi come la Cina. In questo contesto, emergono tematiche cruciali legate all’integrità mentale, al neurohacking e al cambiamento delle percezioni cognitive, in uno scenario non lontano dal futuro distopico immaginato in Strange Days, film del 1995 in cui gli individui potevano rivivere esperienze altrui. Un secondo naspetto etico cruciale riguarda il controllo e la manipolazione dei pensieri. Se i segnali cerebrali possono essere letti e interpretati, sorge la questione della libertà di pensiero e del rischio di coercizione. Se in un futuro prossimo i segnali cerebrali potranno essere letti e interpretati, gli stessi potrebbero anche essere modificati, creati e cancellati.
Potrebbero essere intaccati i nostri ricordi o potrebbe essere alterata la percezione di ciò che ci circonda». (L’articolo prosegue dopo l’immagine).
Già questo dovrebbe bastare per bloccare immediatamente questa deriva del transumanesimo, ma c’è anche il rischio di essere hackerati come se fossimo un PC, perché di fatto i nostri dati sarebbero collegati alla rete e quindi vulnerabili, di conseguenza potrebbero hackerarci e guidare le nostre azioni e le nostre percezioni come se fossimo dei robot. O più semplicemente: «Le informazioni private di un individuo potrebbero essere ottenute senza consenso: esperimenti teorici hanno dimostrato la possibilità di estrarre codici Pin specifici dai segnali Eeg registrati, indicando che la privacy potrebbe essere più vulnerabile».
Per non parlare dei pericoli per la salute e la stessa vita, anche se Neuralink rassicura che non c’è alcun rischio di danni cerebrali permanenti (quindi il rischio di danni non permanenti esiste?) in altre parole il transumanesimo è bello ed indolore.
In realtà Li Xiaojian, ricercatore dell’Accademia cinese delle scienze, ha dichiarato che quando un elettrodo funziona male, rimuoverlo dal tessuto cerebrale è simile a inserire un ago nel burro e cercare di estrarlo».
Ma il chip nel cervello solleva anche venti di guerra, d’altronde sappiamo che queste tecnologie vengono primariamente sviluppate a livello militare e se oggi le guerre si combattono con i droni, a breve entreranno in campo i robot soldati che già esistono in altre parole transumanesimo significa anche guerra. Con un chip nel cervello saremo in grado di guidare droni o controllare le armi, ma non saremo noi a farlo bensì l’intelligenza artificiale, insomma saremmo hackerati dall’IA: «Questa è l’iperguerra, termine coniato da John R. Allen e Amir Husain, un conflitto caratterizzato dal controllo algoritmico o dall’Ia, con decisioni umane ridotte al minimo. È già iniziata. I Bci, in contesto bellico, potrebbero essere utilizzati per migliorare le prestazioni cognitive e le abilità decisionali dei soldati.
Un’altra questione importante riguarda l’uso dei Bci per scopi offensivi, come l’attivazione remota di armi o droni, ma anche aumentare la tolleranza al dolore o l’aggressività dei soldati. L’impiego di Bci porterà a una corsa agli armamenti neurali, a una militarizzazione sempre più spinta delle neurotecnologie».
Ma il transumanesimo pone anche altri problemi. nella puntata parliamo degli enormi consumi di elettricità dell’Intelligenza artificiale, alla faccia del green, infatti questa ideologia politica e non scientifica è utilizzata esclusivamente a danno dei cittadini accusati di inquinare con case, auto … La realtà è che a inquinare, ad utilizzare immense risorse energetiche e idriche è proprio l’Intelligenza artificiale.
Le illogiche priorità del WEF tra cui il transumanesimo. Pensi una cattiveria? Trudeau ti arresta, l’incredibile proposta del premier del Canada per fronteggiare gli haters: i giudici avranno il potere di spedire ai domiciliari (senza prove) i soggetti che potrebbero rivelarsi pericolosi e se sdoganiamo il transumanesimo e i chip nel cervello il gioco sarà fatto. Siamo oltre il processo alle intenzioni: è la condanna preventiva. Facebook da strumento di libertà è diventato la gabbia del pensiero dove veniamo manipolati, controllati e censurati. Gualtieri vuole invadere Roma di antenne 5G e ne va anche fiero e nonostante la capitale sia sommersa dai rifiuti si concentra sui cassonetti “intelligenti”. I robot stanno sempre più sostituendo i lavoratori. Draghi, Meloni e la guerra per la pace e infine un’importante all’intervista realizzata da Vincenzo Lorusso di Donbass Italia ad una cittadina di Kharkov sul dopo Maidan.