Alla fine, nonostante gli sgomberi iniziati nel 2022 e ripetuti lo scorso anno, l’accampamento al riparo delle Mura Aureliane di San Lorenzo è tornato al suo posto: una ventina di tende colorate sono state montate sul prato, qualcuno si è anche costruito una sorta di letto di cartone coperto che si preoccupa di imballare ogni mattina con il nastro da pacchi per proteggerlo dalla pioggia. La situazione non sembra essere molto cambiata dal 2018, quando un censimento dei vigili urbani rivelò la presenza a Roma di 218 bidonville grandi e piccole, molte composte da poche tende e qualche baracca, fra le quali c’erano tuttavia 28 situazioni di degrado preoccupante. A distanza di sei anni e nonostante le operazioni di bonifica si siano susseguite anche con regolarità, ci sono zone della Capitale, compreso il Centro, dove i disperati – circa 9 mila – continuano ad accamparsi. In media, secondo i vigili urbani, ogni mese si oscilla fra i 200 e i 300 accampamenti, monitorati dalle pattuglie, molti dei quali resistono appena qualche giorno. Dopo ogni intervento della municipale, coloro che rifiutano l’assistenza della Sala operativa sociale si spostano altrove. Il problema annoso non viene risolto.