Nuovi problemi per Ama tra dispositivi per monitorare i mezzi di raccolta e il conferimento dei rifiuti, una sorta di Gps, acquistati e mai utilizzati (salvo per brevi periodi), e oltre 500 veicoli rottamati per i quali l’azienda continua a pagare l’assicurazione. A sollevare il caso del sistema di tracciamento tramite tecnologia Rfid (identificazione automatica digitale), che dal 2018 non è mai decollato, è stato il consigliere di FdI, Federico Rocca, nell’interrogazione presentata al sindaco, Roberto Gualtieri, e all’assessora all’Ambiente, Sabrina Alfonsi.

La vicenda risale al 2018, quando a guidare il Campidoglio era l’ex sindaca M5S Virginia Raggi: in autunno viene aggiudicata la gara da 7,5 milioni di euro, della durata di 60 mesi, per «l’attivazione di un sistema di monitoraggio dei conferimenti e tracciamento dei veicoli» comprensivo di: fornitura, cablaggio, installazione di 1.500 dispositivi di rilevamento fissi; fornitura di 150 device di rilevamento mobili; realizzazione di una piattaforma web; corsi di formazione per gli addetti alla pulizia e gli operatori informatici; manutenzione. L’appalto viene affidato a un raggruppamento temporaneo di imprese composto da Altares Srl e Arcoda Srl. L’installazione dei dispositivi fissi parte il 14 novembre per fermarsi il 31 maggio 2019, sei mesi dopo. Il motivo dello stop è «la mancanza di un accordo sindacale connesso al monitoraggio dei mezzi» oltre agli «aspetti connessi all’applicazione del Gdpr (il Regolamento generale dell’a Ue sulla protezione dei dati).