“Deve marcire in carcere. Ha ucciso nostra figlia a 17 anni e non merita perdono. Ci auguriamo che venga condannato al massimo della pena, nonostante le leggi nel nostro Paese sono a suo favore”. A parlare sono Gianluca Causo e Daniela Bertoneri, i genitori di Michelle Maria Causo, uccisa da un coetaneo di origini cingalesi nel giugno scorso a Primavalle, chiusa in un sacco e lasciata in un carrello della spesa abbandonato accanto ai rifiuti.
Il prossimo 5 luglio scadono i termini di custodia cautelare per il ragazzo sotto processo e detenuto ora nel carcere minorile di Treviso, accusato di omicidio volontario, occultamento e vilipendio di cadavere. Ieri è comparso in aula al Tribunale dei minorenni per la prima udienza del processo: reo confesso, ha chiesto il rito abbreviato. Subito il primo colpo di scena: i giudici hanno disposto la perizia psichiatrica per accertare se il giorno dell’omicidio della studentessa 17enne nell’abitazione della madre del giovane, quest’ultimo fosse capace di intendere e di volere.
La prossima udienza è stata fissata per il 28 febbraio quando il professor Stefano Ferracuti riceverà l’incarico: lo psichiatra dovrà stabilire se il 17enne, sotto effetto di sostanze stupefacenti, fosse semi infermo di mente. Il ragazzo ieri in aula è apparso tranquillo, anche distaccato. Non ha rilasciato dichiarazioni, non si è mai voltato verso i genitori della vittima, che erano presenti all’udienza.