“Una giornata molto importante“. Così i genitori di Giulio Regeni, Claudio e Paola, entrando nel tribunale di Roma dove oggi è iniziata la prima udienza del processo a carico di quattro 007 accusati del sequestro e omicidio del ricercatore italiano ucciso al Cairo nel 2016. Fuori sono presenti molte persone per offrire sostegno ai familiari. E’ stato esposto lo striscione con la scritta “Verità per Giulio Regeni”. I quattro 007 egiziani sono accusati di avere sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni nel gennaio del 2016 al Cairo. Un procedimento che potrebbe veder sfilare, in qualità di testimoni, ex premier, ex ministri, e funzionari che hanno ricoperto, all’epoca del drammatico omicidio, ruoli apicali nei servizi di sicurezza e alla Farnesina.
Nei confronti degli imputati, a seconda delle posizioni, le accuse sono di concorso in lesioni personali aggravate, omicidio aggravato e sequestro di persona aggravato. Al termine di un tortuoso iter giudiziario e dopo che la Consulta, nel settembre scorso, aveva fatto uscire il procedimento dal pantano in cui era finito a causa dell’assenza degli imputati, il gup di Roma ha mandato a giudizio il generale Tariq Sabir, i colonnelli Athar Kamal e Uhsam Helmi e il maggiore Magdi Ibrahim Abdel Sharif.