Nel processo d’appello per l’omicidio di Serena Mollicone continua il duello tra i periti dell’accusa e quelli della difesa. Il filo conduttore di questo procedimento che si sta celebrando a quasi 23 anni dal delitto – ancora senza colpevoli – della 18enne di Arce. A parlare per primo questa mattina è stato il criminologo che guida il pool degli esperti chiamati dagli avvocati della famiglia Mottola, il professor Carmelo Lavorino: “Serena Mollicone era alta 1,55. Il segno sulla porta della stazione dei carabinieri è ad una distanza da terra di 1,54. Non può essere stata a determinarne la morte” ha dichiarato.
Il consulente ha aggiunto che “c’è una disparità evidente tra l’altezza di Serena e la frattura nella porta. Ancora: la dottoressa Cattaneo del Labanof di Milano dice che la frattura sulla porta è all’altezza di 1,54 da terra e che ciò coincide con l’altezza approssimativa di Serena che sarebbe stata sbattuta contro la porta. Noi diciamo che non è possibile, che non può essere vero che una ragazza come Serena alta 1.55, anche se spinta, possa aver procurato una frattura, rimanendo peraltro ferita sull’arcata sopraccigliare che è più in basso, nella porta a un’altezza di 1,54″, ha affermato il professor Lavorino.