Era accusato di violenza sessuale e per questo era rinchiuso nel carcere di Latina, dove è stato trovato impiccato l’altra notte nel bagno della cella. Vittima un cittadino indiano, a nulla è valso l’intervento degli agenti della polizia penitenziaria che hanno rinvenuto il corpo nella stanza in cui, probabilmente, era da solo come spesso capita ai detenuti per reati a forte riprovazione sociale. Una storia, quella del bracciante indiano, che nei mesi scorsi era già stata raccontata per via delle pesanti accuse che lo avevano portato all’arresto: violenza nei confronti della moglie, maltrattamenti che l’uomo metteva in atto poiché voleva a tutti i costi un figlio maschio. Vicenda che si inquadra in un contesto culturale particolare, che si mescola alla condizione carceraria che, a Latina come altrove, emerge in tutta la sua drammaticità. L’uomo si è tolto la vita quando mancavano pochi giorni alla prima udienza dopo che, nell’ottobre scorso, durante un’audizione protetta in tribunale, la moglie trentenne aveva ribadito le pesantissime accuse nei suoi confronti, raccontando anni di abusi subiti tra la mura domestiche.