Pochi giorni fa il Campidoglio ha annunciato la fine del dibattito
pubblico sul Nuovo Stadio della Roma – nella zona di Pietralata – con
l’approvazione della relazione sugli esiti del dibattito presentata da
Nomisma (società a cui era stato commissionato l’incarico). La Giunta
di Roma Capitale ha chiuso così il percorso, avviato lo scorso 25
luglio, che ha visto la partecipazione complessiva di circa 700
cittadini «in un confronto che ha creato l’opportunità di esprimersi
su tutti gli aspetti inerenti al progetto del nuovo impianto in una
fase in cui non è ancora stato definito e progettato nella sua
interezza». Quarantotto ore dopo, però, arriva un altro parere: quello
della Soprintendenza Speciale Archeologica Belle Arti e Paesaggio di
Roma. Sollevati dubbi sulla fattibilità dell’impianto nell’area
individuata e, dunque, avanzate richieste di nuove indagini geologiche
con il coinvolgimento di un archeologo professionista. Gli scavi per
la costruzione dello stadio, secondo il parere della Soprintendenza,
andrebbero infatti ad infierire su noti resti archeologici. Da qui la
richiesta di una modifica progettuale per salvaguardarli. Una
questione, tra l’altro, già ravvisata in passato anche dal
«Coordinamento Si Parco, Si Ospedale, No Stadio».