Ci sono stati disordini ieri nel Centro di permanenza per il rimpatrio
(Cpr) di Ponte Galeria, all’estrema periferia di Roma, dove all’alba è
stato trovato morto suicida un ventiduenne. “Non ce la faccio più,
voglio tornare a casa. Restituite il corpo a mia madre”, avrebbe
tracciato sulla parete il giovane, di origini africane, che si è
impiccato alla grata esterna del reparto numero 5 del Cpr.
Alcuni ospiti hanno tentato di sfondare una porta in ferro, lanciato
sassi e pietre contro il personale e tentato di incendiare un’auto.
Le forze dell’ordine hanno lanciato lacrimogeni per placare la
protesta, sette gli agenti feriti, solo nel tardo pomeriggio la
situazione è tornata alla normalità.
“I detenuti ci hanno parlato delle condizioni infernali che si
vivono in questo centro, da un punto di vista sanitario, d’igiene e di
alimentazione – ha detto il deputato e segretario di +Europa Riccardo
Magi dopo essere stato al Cpr insieme alla senatrice dem Cecilia
D’Elia -. La richiesta al governo è di entrarci in questi luoghi, di
vederli e di andare verso un superamento e una chiusura. Un conto è
avere un tempo limitato prima del rimpatrio, ma qui ci sono persone
che non verranno mai rimpatriate e vengono tenute in uno stato di
prigionia”.