Dopo le polemiche su Acca Larenzia e croci celtiche, i militanti di destra appongono uno striscione al posto della scritta abusiva fatta smontare dall’ex sindaca Virginia Raggi: CasaPound Italia si autoproclama ambasciata temporanea del Texas a Roma, nel palazzo di proprietà del demanio occupato abusivamente nel 2003 per presunte finalità abitative, poi smentite dalle sentenze dei giudici che hanno invece ufficializzato l’intento unicamente politico. Proclamazione che avviene tramite un comunicato stampa, a favore delle politiche secessioniste del Texas contro le politiche migratorie americane, e con uno striscione ben visibile appeso laddove in passato si ergeva la scritta abusiva «CasaPound». Una scelta destinata a scatenare nuove polemiche: «Quello striscione è abusivo», commentano alcuni residenti sui social, vedendo circolare la nuova «veste» del palazzo di via Napoleone III, non lontano dal centro e da via Veneto. Sullo sgombero, invece, non ci sono notizie: l’ultima sentenza della giudice Ilaria Amarù, ha riconosciuto anche un danno erariale in termini di mancati affitti per l’Agenzia del demanio proprietaria dell’immobile, stimando un ammanco di oltre 4 milioni 600 mila euro.