I danneggiati dai vaccini anti Covid sono stati definiti “invisibili“. Pochissimi, dei grandi media, ne parlano. Altrettanto tabù per l’informazione di massa sono le storie delle persone decedute negli ospedali, spesso a causa di mancate cure tempestive o di terapie errate contro il Covid.
In queste storie c’è la sofferenza di persone decedute sole, senza la vicinanza dei loro cari, in letti di ospedale o intubate in reparti di terapia intensiva.
Intubazione: pratica pericolosa e dannosa? L’inchiesta del Wall Street Journal
La pratica medica dell’intubazione dei pazienti Covid è un altro argomento silenziato dai media, su cui occorrerebbe indagare.
Secondo un’inchiesta pubblicata nel maggio 2020 dal Wall Street Journal e frutto delle osservazioni dei medici di un ospedale di Londra, un gran numero di pazienti affetti da Covid-19 arrivava con livelli di ossigeno nel sangue così bassi che avrebbero dovuto essere incoscienti o sull’orlo dell’insufficienza degli organi. Invece erano svegli, parlavano e non facevano alcuna fatica a respirare.
Ebbene: i medici dell’ospedale di Londra decisero di non seguire il protocollo e di non sottoporli alla pratica medica invasiva dell’intubazione. Cosa è successo invece negli ospedali italiani?
La storia di Ippolita Cerreto
Accanto alla sofferenza delle persone decedute, c’è poi il trauma dei familiari, che non hanno potuto dare un ultimo saluto ai propri cari, i cui corpi sono stati restituiti in un sacco nero… perché così prevedeva il protocollo. Il documentario “La Morte negata” di Alessandro Amori, presentato in una precedente puntata di Camelot, racconta molto bene quanto accaduto.
La disumanità di protocolli standardizzati può aver reso ancor più difficile il processo di rielaborazione e superamento del lutto.
In questa puntata di Camelot raccontiamo la storia della signora Ippolita Cerreto, entrata in ospedale per un intervento chirurgico ortopedico perfettamente riuscito e restituita ai familiari avvolta in un sacco nero, dopo essere risultata positiva al tampone e non tempestivamente e adeguatamente curata contro il Covid. A darci la coraggiosa testimonianza è la figlia, Cristina Santonastaso che chiede verità e giustizia.
Il Comitato nazionale psicologi offre gratuitamente assistenza alle persone danneggiate dai vaccini e ai familiari delle vittime di una cattiva gestione dell’emergenza sanitaria, come Cristina. È un comitato nato proprio come reazione a quanto accaduto durante la pandemia da Covid e la cattiva gestione dell’emergenza. Nel nome della loro organizzazione hanno voluto inserire un riferimento all’etica e alle scienze umane. E oltre a verità e giustizia, sono proprio l’etica e l’uomo che vanno riportati al centro del dibattito pubblico e soprattutto in ambito medico-sanitario.
Nella tavola rotonda di Camelot sono intervenute la dottoressa Silvana Bonanni e la dottoressa Luisa Benedetti per spiegare con quali attività il comitato dà supporto ai familiari delle vittime e come è possibile superare il trauma che hanno subito.