E’ stata celebrata la Giornata internazionale dell’educazione con lotta al linguaggio d’odio. Secondo i dati Unesco, due utenti su tre del web riscontrano atteggiamenti aggressivi su internet. l’anonimato e la protezione dello schermo offrono l’occasione di sfogare le proprie frustrazioni su sconosciuti online, questo senza apparenti conseguenze.
Il sondaggio sull’odio online
Secondo un sondaggio Onu in 16 Paesi, il 67% di chi naviga ha dichiarato di aver trovato discorsi di incitamento all’odio online e l’85% afferma di essere preoccupato per l’impatto e l’influenza della disinformazione sui propri concittadini.
Chi è al centro dell’odio sui social
Dopo l’attacco terroristico di Hamas contro i civili israeliani l’Anti-Defamation League ha sottolineato che sarebbero aumentati del 337% i post web antisemiti negli Stati Uniti, in crescita del 320% in Germania e del 961% in Brasile rispetto all’anno precedente. Per l’Institute for Strategic Dialogue (ISD), il volume dei discorsi anti-musulmani su YouTube è lievitato 43 volte tra i quattro giorni precedenti e successivi all’attacco.
Le reazioni all’odio online e gli adolescenti
Un terzo degli adolescenti ha dichiarato di aver visto online messaggi d’odio o commenti offensivi contro un individuo o un gruppo. Ma cosa hanno fatto in risposta? Il 58% nulla, dopo la visione di questo hate speech il sentimento più diffuso è la tristezza, seguita da disprezzo, rabbia e vergogna.
I ragazzi e lo smartphone
Cresce il numero di ragazzi e ragazze di 9-17 anni che accedono a internet dallo smartphone. Di questi il 13% ha vissuto un’esperienza su internet che li ha turbati o fatti sentire a disagio. Circa il 20% dei ragazzi è stato poi testimone di episodi di cyberbullismo nell’ultimo anno.
La citazione:
“I social si basano sull’odio: sono l’odio e l’antipatia che ti inchiodano per due ore a scrollare sul telefonino” Dargen D’amico
L’odio social e la comunità gay
Piattaforme come Meta e Bytedance negli ultimi anni hanno combattuto questa tendenza imbastendo team di moderazione pronti a sedare i messaggi d’odio sulla comunità LGBTQIA+. Il “Social Media Safety Index 2023” di GLAAD, pubblicato a fine dicembre 2023 ha studiato il grado di libertà di espressione LGBTQIA+ su piattaforme come Facebook, Instagram, Twitter, YouTube e TikTok. Purtroppo le policy di moderazione non riescono a tenere il passo al trend e termini offensive e le varie teorie del complotto su ideologia gender e “lobby gay” sono all’ordine del giorno.
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