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Malagrotta, ambientalisti contro il piano rifiuti: “Il rogo mostra che è la strada sbagliata” – Extra – Lunedì 8 gennaio 2024

L’emergenza non c’è stata o, almeno, non nella misura che qualcuno aveva paventato. Anche se cassonetti stracolmi e rifiuti “parcheggiati” a terra si vedono in queste ore in cui la città sta tornando alla sua routine dopo il tour de force delle festività di fine anno.

Ma si tratta di un equilibrio precario quello che si è riusciti a instaurare a Roma dopo l’incendio che la sera del 24 dicembre ha danneggiato il TMB1 di Malagrotta, mettendo a rischio seriamente la situazione di gestione dei rifiuti nella capitale. Il tracollo sembra scongiurato dopo che, qualche giorno fa, il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha autorizzato Roberto Gualtieri a smaltire una parte dei rifiuti romani nella sua regione: circa 9.200 tonnellate al mese per tre mesi.

Certo, il fatto che la città eterna non sia stata sopraffatta dall’emergenza non significa che non vi siano disagi: dopo l’incendio, si è verificato un aumento dei rifiuti nelle strade, in particolare nel quadrante est di Roma, con cumuli di immondizia accanto ai cassonetti; i residenti di quelle zone lamentano un peggioramento della situazione e problemi sono denunciati anche dagli esercizi commerciali che operano nel quadrante orientale della città dove, peraltro, ad aggravare i disagi c’è anche l’aumento dei mezzi di trasporto carichi di immondizia che sostano nei pressi dell’impianto in attesa di disposizioni.

L’assessore ai Rifiuti della Regione Lazio, Fabrizio Ghera, ha dichiarato il massimo supporto alla città di Roma e ha annunciato investimenti per potenziare la raccolta differenziata e un clima di collaborazione con il Campidoglio anche per evitare che la situazione possa aggravarsi e diventare sempre più difficile da gestirsi a pochi mesi dalle celebrazioni per il Giubileo che promettono di attrarre nella Città eterna decine di milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo.

Ma certo, oltre a disservizi e ripercussioni il caso di Malagrotta riaccende tutti i dubbi sull’attuale sistema della raccolta rifiuti a Roma e nei comuni dell’area metropolitana: da una parte sui problemi di ordine pubblico e sull’aumento di questo genere di incidenti che potrebbe lasciare intravvedere in penombra un ruolo della criminalità organizzata, dall’altra sul livello di efficienza del servizio e su quanto ancora oggi Ama sia in grado di garantire standard qualitativi adeguati ad una capitale europea.

Il piano rifiuti per Roma è attualmente gestito dal Comune, ma potrebbe rientrare nel piano regionale dopo il Giubileo, a meno che non intervengano novità. Ghera ha aggiunto che erano già in corso aggiornamenti al piano precedente, e che i magistrati dovranno rispondere alle domande sollevate dagli incendi passati.

In prima linea a chiedere un cambio di passo e garanzie sui prossimi provvedimenti ci sono comitati civici e ambientalisti: lo scorso 28 dicembre a Malagrotta si è tenuta una protesta da parte di cittadini e comitati che chiedono di non essere considerati “cittadini sacrificabili” e esprimono preoccupazione per la salute pubblica. Ma i dubbi riguardano anche il futuro: per garantire una piena attuazione, il piano rifiuti approvato dal Campidoglio nell’estate del 2022 ha bisogno che entri al più presto in funzione il termovalorizzatore che dovrebbe sorgere a sud di Roma, nella zona di Pomezia Santa Palomba.

Impianto inviso alle popolazioni dei comuni dell’hinterland capitolino, che temono per l’impatto sull’ambiente e la salute pubblica di un territorio già fortemente penalizzato, ma molto criticato anche dalle associazioni ambientaliste che definiscono l’impianto di prossima costruzione troppo vetusto. Tra i più strenui oppositori c’è il Forum Ambientalista, che unisce diversi gruppi civici del circondario e il cui portavoce Paolo Menichetti è ospite di Claudio Micalizio in questa puntata di Extra che cercherà di fare il punto della situazione su un tema complesso e da anni in attesa di soluzione.

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