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Cinzia Giorgio di “Pink Magazine Italia” a Non solo Roma – Puntata di Mercoledì 20 Dicembre 2023

Olympe De Gouges, una donna per le donne

Ospite in collegamento Cinzia Giorgio, direttrice di “Pink Magazine Italia

Marie Gouze, questo era il suo vero nome, figlia di una famiglia modesta, nel 1765 si sposò giovanissima con un ufficiale dell’Intendant, dal quale ebbe un figlio. Rimasta vedova si trasferì a Parigi con suo figlio e il nuovo compagno.

Era una donna molto bella e corteggiata, a Parigi frequentava i salotti più famosi con scrittori e filosofi. Iniziò a scrivere per dar voce alle sue idee innovative rispetto all’epoca in cui viveva, pubblicò romanzi fino allo scoppio della Rivoluzione Francese. Fu proprio nel pieno della Rivoluzione che vedendo le donne scendere in piazza a rivendicare i diritti civili e politici negati dall’assolutismo monarchico, pubblicò nel settembre del 1791 LA CARTA DEI DIRITTI DELLA DONNA E DELLA CITTADINA un testo giuridico francese che richiedeva la piena assimilazione legale, politica e sociale delle donne e chiedeva il riconoscimento di una serie di garanzie ed opportunità che rendano effettivi i principi della Rivoluzione anche per le donne.

Questa Dichiarazione non aveva valore legale, perché questo progetto era stato rifiutato dalla Convenzione a cui era stata proposta. Fu pubblicata in cinque copie e fu politicamente completamente ignorato, anche se destò molto scalpore in tutta la Francia ed anche all’estero. Soltanto nel 1840 furono pubblicati alcuni estratti di questa Dichiarazione.

In ogni caso l’importanza storica della Dichiarazione dei diritti della donna  stava nel suo status di prima dichiarazione universale dei diritti umani che sollevava un requisito universalmente valido sia per gli uomini che per le donne. La Dichiarazione dei diritti della donna era quindi una difesa radicale delle richieste delle donne ed una proclamazione dell’universalizzazione dei diritti umani.

“Uomo, sei capace di essere giusto? È una donna che ti pone la domanda; tu non la priverai almeno di questo diritto. Dimmi: chi ti ha concesso la suprema autorità di opprimere il mio sesso? La tua forza? Il tuo ingegno? Osserva il creatore nella sua saggezza; scorri la natura in tutta la sua grandezza, di cui tu sembri volerti raffrontare, e dammi, se hai il coraggio, l’esempio di questo tirannico potere. Risali agli animali, consulta gli elementi, studia i vegetali, getta infine uno sguardo su tutte le modificazioni della materia organizzata…”

La realtà purtroppo per la nostra eroina fu ben diversa, perché all’epoca Robespierre proibì le associazioni femminili, chiuse i loro clubs e i loro giornali. Olympe de Gouges, venne ghigliottinata nel novembre del 1793 con l’accusa di “aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso” ed “essersi immischiata nelle cose della Repubblica”.

L’evoluzione parte dalla rivoluzione: la scrittura e i canali di diffusione

Scrivere, al giorno d’oggi, è una rivoluzione e gli scrittori stessi devono essere dei veri e propri rivoluzionari, abbandonando il nichilismo moderno e trovando nuove forme per raccontare la vera e propria rivoluzione che sta attraversando la società moderna e, in particolar modo, l’editoria.

La narrazione passa attraverso la realtà, al fine di descriverla nel miglior modo possibile, attraverso gli occhi dello scrittore che deve narrare il reale attraverso fatti, luoghi e vicende più o meno frutto della propria fantasia.

La vera rivoluzione nel campo dell’editoria, della scrittura e della tecnologia, passa attraverso un occhio al passato ma restando pronti a fare un salto nel futuro, nell’evoluzione dei nuovi mezzi di diffusione a cui i libri devono fare ricorso.

Avvicinandosi ai giovani, toccando temi semplici e complessi e arrivando a tutti con la forma più immediata di comunicazione. Le immagini che diventano veri e propri romanzi, che abbandonano la definizione di fumetto e approdano in quella più realistica e complessa dei grafic novel, in un mercato in forte e costante espansione, sia per la qualità artistica che per l’offerta editoriale di questi veri e propri romanzi.

Con i grafic novel si arriva a comunicare con i ragazzi, con quella grande fetta di mercato che si tiene a distanza dalle pagine piene di caratteri stampati ma che resta affascinata da quei disegni, magistralmente eseguiti, che narrano una storia tanto quanto le parole.

È su questo che le bambine ribelli, ormai cresciute, Francesca Cavallo Elena Favilli si sono concentrate, basando il loro pensiero sull’evoluzione non del come comunicare ma sul cosa voler davvero insegnare e trasmettere alle future generazioni, su come crescere le bambine di oggi, le donne del domani. È di questo che parla il loro libro, Storie della buonanotte per bambine ribelli.

Una raccolta, un viaggio, una scoperta di cento nuove storie e illustrazioni di donne coraggiose, per sognare più in grande, per mirare più in alto. Cento storie di donne, di grandi donne che, fin da bambine, avevano dei sogni, dei desideri, che non volevano essere le classiche principesse ma le eroine, quelle che scalavano la torre e uccidevano il drago – e di draghi ne hanno uccisi.

Tante storie di tante donne, di ogni estrazione sociale, nazionalità e professione, da Nefertiti a Beyoncé, da J.K. Rowling a Sophia Loren, passando per Samantha Cristoforetti e Bebe Vio. Una rivoluzione da e per le giovani donne, tante piccole biografie divenute favole che insegnano alle bambine ad abbattere i pregiudizi, a capire che nulla è impossibile, che i sogni si realizzano.

Cento favole della buonanotte per essere loro la nuova generazione di ribelli, di ragazze e donne che non abbasseranno la testa davanti a un uomo o un ostacolo, per comprendere che, nella nostra società, essere delle donne ribelli è una questione di felicità e sopravvivenza. Cento nuove favole della buonanotte per non mettere limiti alla nuova generazione di donne che combatteranno per i loro diritti, per i loro sogni e per la loro vita. Donne che combatteranno per la loro rivoluzione.

Guida ragionata ai regali di Natale

Il Natale è una festività cristiana, si celebra la nascita di Gesù, si sa. Eppure era romana la consuetudine di scambiarsi dei doni, considerati un simbolo di prosperità e di abbondanza durante i cosiddetti Saturnali, in onore del dio Saturno. E si svolgevano, appunto, a fine di dicembre per celebrare le messi. I regali erano generalmente statuette in legno o rami di alloro o vischio (vi ricorda qualcosa?).

Ormai lo sanno anche le pareti di casa: non si regalano mai portafogli, borsellini o portacarte vuoti. Va sempre inserita una moneta o – meglio – una banconota all’interno, come buon auspicio. Quindi, si parte bene sapendo cosa non regalare, no? Il galateo inoltre raccomanda di non regalare mai: forbici, coltelli, perle (considerate lacrime e quindi dolori), scarpe e spille (in caso abbiate già comprato una spilla, pungete con l’ago il polpastrello di chi la riceve).

Restano ovviamente i grandi classici degli “irregalabili” : il maglione con le renne, la sciarpa con il vischio e le ciabatte con il faccione di Babbo Natale.

Abbiamo già visto che tra i regali originali ci sono quelli fatti a mano (leggi qui). Ma vogliamo anche darvi altre idee. Partiamo con un bel braccialetto in pelle e oro che sarebbe un regalo originale e discreto.

Ma anche uno specchio per il trucco, di quelli con le lucine e le doppie ante da mettere in bagno, ma anche in camera da letto. O ancora una lampada da notte a forma di Luna o di Libro. Ma anche un ciondolo con le iniziali della persona a cui lo regalate (ottimo per evitare il riciclo) con tanto di catenina.

Per i più tecnologici sono davvero utili e vi faranno fare un figurone i supporti per telefono e agendine, una sorta di svuota-tasche moderni, che si trovano di ogni foggia e colore. Ma anche il cappello con bluetooth non è male, con le sue cuffie stereo e microfono vivavoce incorporato .

Io vi consiglierei di aggiungere a tutte queste proposte anche un bel libro. Una storia che vi ha fatto pensare alla persona che riceverà il vostro regalo. Perché un buon libro, come un diamante, è per sempre.

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