“Endora”, il podcast sulle donne che si salvano da sole
Ospite in collegamento Cinzia Giorgio, direttrice di “Pink Magazine Italia“
Nel 1964 parafrasando le parole della femminista Betty Friedan, Endora, madre di Samantha in Bewitched, Vita da Strega, contestava il ruolo delle donne all’interno della famiglia. Si impose così come figura di rottura a favore di un ritorno al matriarcato. Attraverso Endora, la serie tv Vita da Strega conteneva in sé la speranza della liberazione delle donne. Cos’è cambiato da allora? Siamo sulla strada giusta?
Pink Magazine ci porta alla scoperta di un matriarcato giocoso, raccontandoci delle origini della ribellione femminile. E si parte dalla madre di Samantha, che è una strega dai poteri eccezionali, carismatica e indipendente, poco disposta a tollerare il matrimonio “misto” di sua figlia. Non riesce ad accettare che Samantha abbia rinunciato alla magia per amore di un essere “al settanta per cento acqua”, come lei stessa afferma.
Sabrina Deligia, la direttrice responsabile del podcast, inviata sulle tracce di una Endora dei nostri giorni, si imbatte in realtà nello spirito di Samantha che, reincarnato tra fiction e reality, accende i riflettori ad esempio su Unica di Ilary Blasi per Netflix Italia. E nessuno si salva più.
Serie tv e film tratti dai libri, ne vale sempre la pena?
Il piccolo e il grande schermo sono ricchi di film e serie tv tratte dai libri. Pensiamo alla saga di Harry Potter; al film Orgoglio e Pregiudizio (di cui nel corso degli anni ci sono stati vari adattamenti cinematografici e televisivi); alla saga di Twilight; alla saga di Il Signore degli Anelli; fino ad arrivare al tanto discusso After, ma potremmo andare avanti all’infinito. E questi sono solo una minima parte.
Naturalmente i romanzi non sono copioni, non sono sceneggiature già pronte. E appunto per questo parliamo di adattamento dove magari vengono sacrificate intere parti di una storia. Ci sono elementi che vengono cambiati o inseriti in un intreccio differente.
Quando si legge un libro si viaggia con la fantasia; nei dialoghi si riesce quasi a sentire la voce dei personaggi, a cui si dà il volto che più si preferisce. Tutto ciò su cui avevamo fantasticato cambia una volta visto il film perché i volti dei personaggi e le loro voci sono quelli degli attori, dei doppiatori. Le scene e le ambientazioni quelle scelte dagli sceneggiatori, e così via. È come se tutto ci venisse imposto dalla fantasia di qualcun altro. Forse è per questo motivo che leggere prima un libro e poi vedere un film ci fa dire la frase di rito: “A me è piaciuto più il libro!”
Ma fare invece il processo opposto? Leggere, cioè, un libro dopo aver visto il film?
In questo caso viene automatico immaginare i personaggi con il volto degli attori, le loro voci. O le ambientazioni. È come rivedere il film, anche nelle scene non presenti, che nella nostra testa ci sono eccome. In questo caso, aver “vissuto” prima il film, ci fa apprezzare di più il libro.
Dire sì a un film tratto da un romanzo, e farselo piacere, dipende anche da quando – e se – viene letto il libro. Inoltre, un punto a favore del film è il fatto di poterlo vedere insieme ad altre persone. Leggere invece è un processo solitario, ci si può confrontare si con altri lettori, ma come sappiamo non tutti si dedicano alla lettura.
Cosa indossare a Natale?
Che cosa indossare questo Natale? Bella domanda. Ma la risposta giusta qual è? Parenti e amici sembrano schierati dinnanzi a noi, pronti a giudicare i nostri maglioni con le renne… ah, no, quella è un’altra storia.
Tipico utilizzare il rosso: un colore che, tuttavia, si porta tutto l’anno, dal momento che è disponibile in diverse nuance adattabili a tutte le stagioni. A Natale, tra l’altro, vanno anche bene il bianco e il nero, il verde carico, il blu, l’argento e soprattutto l’oro. L’importante è non esagerare con gli accessori e con i lustrini, per non rischiare di confonderci con l’albero decorato e luminescente del salotto.
Se abbiamo la possibilità di stare con i parenti più stretti, un bell’abito corto rosso o nero e dalle linee semplici potrebbe fare al caso nostro. Un tubino per le più sofisticate, un abito svasato per le più giovani. Almeno per una sera, direi, al bando i pantaloni che saranno pure comodi ma vanno indossati solo se siamo noi le padrone di casa; se siamo ospiti concediamoci di scoprire le gambe, o per lo meno di fasciarle in belle calze.
Più è semplice l’abito, più possiamo osare con le calze: di pizzo, con sfumature dorate (senza esagerare) o con disegni geometrici. Non va bene per la cena della vigilia il tessuto scozzese che invece potrete utilizzare il giorno del pranzo di Natale. Il trucco leggero, le mani curate e le unghie rosse possono bastare a completare l’outfit.
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