La domanda puà sembrare persino curiosa ma in realtà è del tutto legittima: quanto vale il mare?
Quali benefici apporta per l’economia di un paese a spiccata vocazione turistica come l’Italia e quali rischi corriamo sul piano ambientale se lo sfruttiamo come attrazione per i visitatori?
Le stime non sono univoche ma sono certamente ragguardevoli: l’Unep, per esempio, valuta che i benefici prodotti anche dall’industria del turismo e derivati dagli ecosistemi del Mare Mediterraneo possano valere almeno 10.000 euro l’anno per kmq e più di un terzo di questo immenso patrimonio ambientale è concentrato proprio nel nostro paese, per un valore di circa 9 miliardi di euro.
Secondo uno studio condotto da Nomisma, invece, un quarto del prodotto interno lordo italiano dipende dal mare: per gli autori della ricerca, aggregando e integrando le differenti attività economiche, commerciali, produttive, turistiche ed energetiche correlate al mare si supera un valore pari al 25% del Pil nazionale.
D’altro canto anche il turismo inquina: secondo alcuni studi, il comparto è responsabile del 5% delle emissioni globali annue, soprattutto a causa dei trasporti, e il numero è in crescita. Inoltre, a causa ancora del consumo eccessivo di acqua, suolo e altre risorse naturali, con impatti su flora e fauna locali.
Ma allora è possibile tenere insieme questi due aspetti, la valorizzazione economica del mare e al contempo la sua tutela? Mentre a livello internazionale il dibattito è aperto – e, come spesso accade, è viziato dalla convinzione che in fondo questi due mondi non possano coesistere ma siano destinati quasi a soccombere l’uno di fronte all’altro -, se si scende dal livello puramente teorico, tipico della politica, alla realtà si scopre che i casi virtuosi di una crescita economica green si moltiplicano.
Del resto rispetto e valorizzazione anche economica dell’ambiente sono criteri che nella quotidianità hanno ben presente gli amministratori: è il caso delle norme per la tutela dei paesaggi o per contenere l’inquinamento, le misure per contenere gli sprechi o limitare l’afflusso di turisti. E se di mezzo c’è il mare, l’attenzione e la sensibilità ambientale sono ancora più importanti: lo sanno bene a Fiumicino, località dell’hinterland capitolino nota per la presenza dell’aeroporto, i cui amministratori negli ultimi tempi hanno intrapreso un percorso di rilancio anche in ottica turistica e di valorizzazione delle peculiarità territoriali a cominciare proprio dalla costa e dai prodotti dell’ambiente marino.
Una sfida che l’amministrazione comunale intende perseguire e a cui ha dedicato lo scorso 20 novembre “I tavoli del mare”, la conferenza nata in collaborazione con “Il faro online” che grazie ad un panel di relatori e amministratori locali di assoluto prestigio si propone ogni anno di fare il fare il punto su una risorsa fondamentale per l’economia, il turismo e l’ambiente di tutto il territorio. In questa puntata di Extra, Claudio Micalizio ospita Raffaello Biselli, assessore commercio e mercati Comune di Fiumicino, per raccontare i tanti progetti che bollono in pentola per uno sviluppo ecosostenibile del litorale.