Stadio del nuoto, il caso bollette arriva al tribunale
Ospite in collegamento Francesco Baldini, redazione “Civonline”
Sarà di fatto la prima vera udienza, quella del 16 novembre prossimo presso il Tribunale di Civitavecchia. Al centro del procedimento giudiziario il caso scoppiato sulle bollette non pagate per lo Stadio del Nuoto–PalaGalli.
Da una parte Enel Energia Spa che reclama un credito di 355.405,98 euro oltre interessi di mora, per il pagamento della fornitura di energia elettrica non pagata per l’impianto comunale. Dall’altro i presidenti della Asd Nuoto e Canottaggio Civitavecchia – nel periodo di riferimento delle fatture – ossia l’ex assessore Roberto D’Ottavio e Marco Pagliarini.
Ma non solo, perché nel corso di questi anni, sono stati chiamati in causa anche altri soggetti.
A settembre 2021 veniva notificato il decreto ingiuntivo da parte di Enel, nei confronti proprio di D’Ottavio e Pagliarini: trattandosi di associazione non riconosciuta, dei debiti sociali rispondono personalmente e solidalmente anche i soci che hanno agito per nome e conto dell’Asd. E quindi in questo caso i vertici.
Il riferimento è a fatture insolute o parzialmente insolute emesse dal 2015 al 2020. Pagliarini, assistito dall’avvocato Alessandro Maruccio, opponendosi al decreto ingiuntivo, ha fatto ricorso alla chiamata in causa del terzo, coinvolgendo quindi il consiglio direttivo dell’epoca, che a quanto pare sarebbe stato messo a conoscenza della situazione debitoria: Simone Feoli, Ivano Iacomelli, Vincenzo Pastorelli e Paolo Lazzari eventualmente “tenuti a corrispondere l’importo che verrà riconosciuto a debito del signor Pagliarini”.
Uno dei quattro, però, ha deciso di andare oltre, chiamando a sua volta in causa anche tutti i soci della Asd.
Il 16 novembre, quindi si terrà quindi la prima udienza effettiva – seppur in modalità cartolare e non in presenza – di tutte le parti costituite, comprese quelle chiamate in causa terzi. Proprio per la numerosa documentazione che verrà prodotta, l’udienza sarà necessariamente rinviata per esaminare le memorie istruttorie.
Vaccini, la campagna anti-Covid è un flop: meglio l’antinfluenzale
La campagna vaccinale anti covid fa flop e il Ministero scrive alle Regioni ma quello che manca è la richiesta. Sono lontani i giorni in cui l’arrivo dei primi vaccini contro il Covid – 19 aveva illuminato le terribili e buie giornate di pandemia, tra lock in e restrizioni severe, e ormai sono davvero in pochi a volersi vaccinare.
Nei giorni scorsi la circolare firmata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, sulle indicazioni e le raccomandazioni per il proseguimento della campagna di vaccinazione contro il Covid che, in sostanza, invita le Regioni a fare meglio in vista dell’inverno, ma quale è il problema reale? Secondo alcuni professionisti del territorio si tratterebbe di un calato interesse generico da parte della popolazione.
Come spiega il referente Fimmg dottor Mauro Mocci, alcuni lamentano di non riuscire a farlo nonostante la volontà, ma essenzialmente, «non c’è richiesta. Ormai le persone sanno che il virus è meno impattante rispetto alle precedenti varianti, poi c’è il passaparola e si pensa che magari si avrà solo qualche linea di febbre.
In tanti poi dicono “tanto lo prendo comunque”, diciamo che si è sempre saputo che nonostante il vaccino il rischio di prendere il covid esistesse ma lo si sarebbe comunque preso in forma più lieve, ormai la sintomatologia è meno severa e la richiesta di vaccino è calata. Anziani e fragili vanno necessariamente vaccinati ma di base, una volta spiegati i rischi come ad esempio polmoniti e pericarditi, questa fascia della popolazione tende ad effettuare la vaccinazione.
I più giovani no. Ricordiamo però che ci sono ancora persone che vanno in ospedale per complicazioni dovute al covid quindi il nostro consiglio è di vaccinare anziani e fragili».
I casi in città rimangono costanti con picchi dovuti a contagi di famiglie più o meno numerose, il problema resta legato al fatto che ormai in pochi si tamponano. Insomma, il covid sembra essere caduto nel dimenticatoio. Un cambio di mentalità legato al decadimento delle restrizioni e degli isolamenti. Molto meglio invece la campagna vaccinale antinfluenzale.
«Qui – continua Mocci – c’è più interesse, soprattutto perché si ha la consapevolezza che vaccinandosi non si prenderà l’influenza, è un vaccino che fanno tutti perché c’è da parecchi anni, c’è più fiducia, è ben rodato, eccetera.
Possono farlo praticamente tutti, non solo chi rientra nelle categorie ma anche chi è a contatto con, ad esempio, anziani o fragili. Nel mio caso – conclude Mocci – ho vaccinato chi ne aveva la necessità, su 1530 pazienti ho fatto 250 vaccini». Ora bisognerà attendere la curva influenzale e valutare se e quanto il covid impatterà con i famosi “malanni di stagione”.
Roberta Angelilli: “Civitavecchia ha una grande sfida di fronte a sé”
Soddisfatta per il risultato – che poteva sembrare difficile da raggiungere considerate le diverse realtà coinvolte – della redazione di un documento unico consegnato nei giorni scorsi al Governo, per niente preoccupata di eventuali ostacoli o tempistiche che rischiano di non essere rispettate, e fiduciosa delle potenzialità del territorio.
Il vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli ha dimostrato, in questi mesi, di avere ben chiari gli obiettivi strategici legati allo sviluppo dell’area che ruota attorno a Civitavecchia.
Il phase out dal carbone è fissato al 2025. «Questa deve essere una sfida da vincere – ha spiegato – mettendo in campo tutte le opportunità, le potenzialità e le strategie. E i tavoli che abbiamo aperto, in questo senso, con la partecipazione di tutti gli attori coinvolti, nessuno escluso, sono fondamentali». Finora si è svolto già un gran lavoro, che ha portato a stilare una piattaforma programmatica, basata su cinque priorità per governare la transizione e far arrivare il territorio pronto al 2025.
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Una strategia per la transizione energetica e riconversione industriale verso la sostenibilità e il green deal; la verifica di tutti gli strumenti agevolativi per la realizzazione di un piano di sviluppo; l’appello ad Enel di porre il sito di Civitavecchia tra le priorità strategiche per il potenziamento della logistica e lo sviluppo di un hub delle energie rinnovabili in vista della presentazione dell’imminente piano industriale previsto per la fine del mese di novembre;
il rilancio del porto di Civitavecchia come punto di riferimento della Blue Economy e accelerazione nella procedura della zona logistica semplificata; il sostegno allo sviluppo dell’eolico off-shore nell’area di Civitavecchia, anche per ciò che concerne i servizi e le lavorazioni a terra.
«Ci aspettiamo il massimo impegno da parte di tutti – ha aggiunto Angelilli – soprattutto da parte di Enel. Il 22 novembre verrà presentato il piano industriale e siamo fiduciosi di quanto sarà riportato nel documento: d’altronde Enel è ben consapevole dei progetti che sono stati proposti, dall’hub delle rinnovabili al potenziamento della logistica, e sa bene quelle che sono le aspettative del territorio.
Per questo ci aspettiamo un importante e concreto riscontro con la presentazione del piano industriale». La strada il territorio l’ha tracciata proponendo dei progetti concreti e sostenibili, dal punto di vista energetico e sociale.
«Questo prendendo in considerazione anche e soprattutto le potenzialità di Enel, che sarà un importante punto di riferimento nazionale in tema di transizione – ha ricordato il vicepresidente della Regione – e che potrà e dovrà essere protagonista anche a Civitavecchia, città che potrà solo crescere e trarre vantaggio da una transizione sostenibile».
Ma il 2025 porterà con sé anche un’altra sfida, quella legata al Giubileo. «Un evento – ha ricordato Angelilli – che rappresenterà una grande opportunità per Civitavecchia. Sarà infatti una porta di approdo, ma dovrà essere anche una tappa importante di un percorso turistico e culturale per i pellegrini che raggiungeranno l’Italia da ogni parte del mondo».
Il territorio, secondo il vicepresidente della Regione Lazio, ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista. Da un lato, infatti, può contare sul primo porto crocieristico d’Italia, in corsa per il primato anche nel Mediterraneo, e tra i primissimi scali al mondo.
Quest’anno con i suoi 3 milioni di passeggeri si conferma un punto di riferimento per il settore e potrà e dovrà esserlo anche in occasione del Giubileo, quando Roma sarà invasa da pellegrini. Turisti che avranno però anche la possibilità di visitare un territorio che può vantare due siti Unesco, musei, ricchezze artistiche, naturalistiche, storiche ed enogastronomiche.
«Un’area potente – ha concluso Angelilli – una ricchezza da non disperdere: ed il lavoro che si sta facendo con la Dmo Etruskey va proprio in questa direzione. E noi continueremo, come Regione Lazio, a sostenere questo territorio».