AL TEATRO PORTA PORTESE ARRIVA “PUNTO PALESTRINA”, L’OPERA CHE TORNA NEL PASSATO TRA SETA, ORGANZA E FILI COLORATI
Ospiti in collegamento Mariella Pizziconi, regista & Serena Canali, attrice e aiuto regista
Un’opera che rimembra un tempo passato, di sete e organze, di broccati e mussole, di rocchetti, e fili colorati, di ditali e spilli. Dal 27 al 29 ottobre in scena al Teatro Porta Portese “Punto Palestrina”, scritto e diretto da Mariella Pizziconi.
La pièce, ambientata negli anni ’60 a Palestrina, racconta una storia di famiglia. Tre sorelle, due nubili, l’altra separata dal marito a causa dei maltrattamenti subiti, si trovano a dover crescere Rodolfo, il figlio molesto della quarta sorella, morta improvvisamente. Educarlo non sarà facile, ci proverà anche la governante Nina, simpatica frascatana che lo vizierà come una mamma arrendevole.
Le zie passeranno molti guai a causa di quel nipote scapestrato: i colpi di scena non mancheranno dimostrando che in fondo “quando si riceve tanto amore alla fine si ridà”.
Sono sarte e ricamatrici le due sorelle più anziane, famose per il loro perfetto “Punto Palestrina”: un omaggio della regista Mariella Pizziconi alla due zie Felicetta e Lisa.
“Da bimba piccolissima già frequentavo il laboratorio di taglio, cucito e ricamo delle mie zie Lisa e Felicetta Pizziconi in un istituto di suore al Prenestino. Un salone immenso che si riempiva di giovani donne intente a fare ricami sui corredi delle nobildonne romane. Le ragazze che vi lavoravano abitavano nella borgata di Villa Gordiani ed erano povere e bisognose di lavoro. Anche le mie zie avevano imparato il mestiere dalle suore e così che è iniziato tutto: in una Roma in guerra e poi immersa nel boom economico in cui la loro arte è esplosa tanto da arrivare alle più rinomate case di moda di Piazza di Spagna. Quello era il tempo della festa per noi nipoti che, accanto alle lavoranti, venivamo arruolate per fare gli orli a vestiti meravigliosi. Ed era uno scintillio di stoffe bellissime e chiacchiere e risate. Non dimentico” afferma Mariella Pizziconi.
Nello spettacolo saranno utilizzati gli abiti originari delle zie, un modo per ripercorrere un tempo colmo di ricordi.
“Lisa era la più giovane, bella e gioiosa, è stata la mia mamma artistica. Felicetta, invece, era silenziosa e severa, una vera comandante. Mi sono rimasti i loro abiti e li farò indossare alle attrici, così mi sembrerà di rivivere gli anni d’oro in cui loro hanno operato mentre io crescevo e decidevo che il teatro, con le sue scenografie e i suoi costumi, dovesse essere la mia via” conclude Mariella Pizziconi.