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Non solo Roma – Puntata di Martedì 19 Settembre 2023

Non solo Roma con Elisa Mariani – Puntata di Martedì 19 Settembre 2023

PSORIASI E ARTRITE PSORIASICA: AL POLICLINICO GEMELLI LA CAMPAGNA D’INFORMAZIONE “L’ESPERIENZA AL CENTRO”

Ospite in collegamento dott. Giacomo Caldarola, dermatologo al Policlinico Universitario Gemelli di Roma

Arriva nel Lazio “L’esperienza al Centro”, la campagna d’informazione che riporta l’attenzione su psoriasi e artrite psoriasica e aiuta le persone a riconoscerne i primi segni e sintomi di un eventuale coinvolgimento delle articolazioni per favorirne una corretta gestione. Promossa da Novartis, con il patrocinio delle principali associazioni di pazienti reumatici e con psoriasi, l’iniziativa farà tappa al Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma con un Open Day dove, sabato 23 settembre dalle ore 9:00 alle ore 13:00, i pazienti che lo desiderano, potranno usufruire di consulti specialistici gratuiti prenotabili attraverso il sito www.esperienzaalcentro.it dopo aver eseguito un test di autovalutazione on line sullo stesso sito.

Una diagnosi tempestiva della malattia psoriasica può fare la differenza. La psoriasi non coinvolge infatti solo la pelle ma, essendo una malattia sistemica, può associarsi ad altre patologie. Meno di un terzo delle persone con psoriasi sanno tuttavia di poter sviluppare diverse comorbidità, come malattie cardiovascolari, diabete, ansia e depressione, e meno del 29 per cento è consapevole del legame esistente tra psoriasi e artrite psoriasica, secondo lo studio globale Psoriasis and Beyond, promosso da Novartis e realizzato dalla Federazione Internazionale delle Associazioni di Pazienti con psoriasi (IFPA).

È pertanto fondamentale rivolgersi a Centri esperti, dove gli specialisti collaborano tra loro per dare informazioni corrette e instaurare quanto prima un approccio terapeutico personalizzato.

SEMPRE Più DIFFICILE VISITARE I MONUMENTI DI ROMA A PREZZI “NORMALI”: È POLEMICA SUI BIGLIETTI “DOPATI” PER IL COLOSSEO

Ospite in collegamento Marco Misischia, Presidente CNA Turismo Roma

Visitare un monumento nella Capitale sembra essere sempre più difficile. È finita sotto ai riflettori, nelle ultime settimane, la questione dei biglietti “dopati” per accedere al Colosseo. In base a quanto si apprende, sembrerebbe ormai diventato impossibile entrare al prezzo canonico di 14euro circa, ma si arriverebbe anche a spendere fino a 40 euro a persona.

Questo perché i biglietti non sono disponibili sul sito del rivenditore ufficiale ma solo su piattaforme di altri operatori che, oltre all’entrata, abbinano visite guidate e altri servizi “gonfiando”  il prezzo base.

Viene lecito chiedersi, fino a che punto è ammissibile? Nei giorni scorsi è intervenuta anche l’Antitrust con un avviso di “avvio di procedimento istruttorio per le pratiche commerciali scorrette” e l’Assessore al Turismo di Roma, Alessandro Onorato, ha parlato di situazione “inaccettabile”.

“Come CNA di Roma sosteniamo la volontà di fare chiarezza riguardo alle modalità di acquisto dei biglietti per l’accesso al Colosseo, – ha detto Marco Misischia – come ha fatto emergere in una nota di questi giorni l’Assessore al Turismo del Comune di Roma, Alessandro Onorato.

Riteniamo che sia necessario migliorare il funzionamento del sistema di accesso alle entrate al Monumento, attraverso un sistema il più trasparente e semplice possibile per i visitatori e turisti, mediante anche l’utilizzo delle nuove tecnologie che agevolano in questo senso, senza incappare nelle modalità inaccettabili dei secondary tickets o dell’acquisto tramite bot”.

“Tutto questo – ha continuato – danneggia l’immagine di Roma e la percezione che hanno i turisti della fruizione dell’incomparabile patrimonio artistico e culturale della nostra città, per questo dobbiamo mettere in campo tutte le azioni possibili per rendere l’esperienza turistica di Roma piacevole, soprattutto se riguarda quello che è da sempre è considerato il monumento simbolo della Capitale”.

STRUPRATORE LATITANTE ARRESTATO AL PORTO DI CIVITAVECCHIA

Ospite in collegamento Francesco Baldini, redazione “Civonline

Ancora un arresto eccellente quello effettuato ieri sera in porto dalla Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia di Frontiera di Civitavecchia, che è riuscita ad intercettare e ad assicurare alla giustizia, un tunisino di 21 anni, sul quale pendeva un mandato di arresto europeo, emesso in seguito ad una violenza sessuale effettuata in un parco pubblico a Lorrach (Germania), che ha avuto come vittima una giovane donna affetta da disturbi dello spettro autistico.

Dopo l’atroce atto sessuale, consumato con una violenza inaudita, l’uomo si dava alla fuga dandosi alla latitanza e rifugiandosi in Tunisia. Le autorità tedesche in seguito a complesse indagini ricostruivano i terribili eventi di cui la giovane donna era stata vittima ed in considerazione degli stessi, condannavano il tunisino a 5 anni di reclusione, emettendo a suo carico un mandato di arresto europeo.

Proprio grazie a tale provvedimento, il personale diretto dal Vice Questore Alessandro Zanzi, dopo una attenta disamina delle liste passeggeri in arrivo/partenza dal locale scalo marittimo, individuava il nominativo del giovane tunisino, il quale apparentemente si era imbarcato da solo e senza alcun mezzo di locomozione. Pertanto si organizzava un apposito servizio all’atto dello sbarco dei passeggeri senza veicoli al seguito, tra i quali però non vi era traccia del ricercato. Si decideva quindi di effettuare un impegnativo e minuzioso controllo sugli oltre 500 veicoli in fase di sbarco, tra i quali auto, camion, camper, furgoni e semirimorchi.

Ogni veicolo veniva attentamente controllato e proprio all’interno dell’ultima autovettura, con a bordo una famiglia tunisina, parzialmente nascosto tra i numerosi bagagli, veniva rintracciato il cittadino tunisino ricercato, che dopo le formalità di rito veniva tratto in arresto ed associato presso la locale casa circondariale in attesa della sua estradizione in Germania. È tuttora al vaglio la posizione della famiglia tunisina che ha fornito collaborazione al ricercato.

TPL, VIA AI NUOVI PERCORSI TRA SODDISFAZIONE E CRITICITà

Via alla sperimentazione del nuovo piano del trasporto pubblico locale, pensato da amministrazione comunale e Civitavecchia Servizi Pubblici con l’obiettivo di snellire i percorsi, renderli più capillari, con corse più frequenti per meglio collegare il centro alle periferie, attraverso tragitti circolari.

La “rivoluzione” è partita questa mattina, non senza polemiche soprattutto da parte dello “zoccolo duro” degli utenti, rappresentati dalla fascia più anziana di cittadini.

A bordo di uno degli autobus, dal Tribunale alla Stazione ferroviaria, anche il presidente di Csp Fabrizio Lungarini, insieme al consigliere Matteo Mormino, il direttore generale Daniele Pistola ed il consigliere comunale Roberta Morbidelli, dipendente di Csp, che ha lavorato al nuovo piano.

«Sono molto felice di come sia andato questo primo giorno – ha detto Lungarini – ho visto tanti ragazzi che si sono avvicinati al servizio anche se c’è un po’ di resistenza al cambiamento. I giovani erano tutti ben informati sull’avvio del nuovo piano, magari qualche problema c’è stato con gli anziani ma nei prossimi giorni provvederemo ad apporre i fogli con tutte le informazioni necessarie nelle fermate del tpl cittadino. Ricordo che il biglietto ha una durata di 90 minuti quindi non c’è necessità di cambiare il ticket se si prende un’altra linea. Piano piano arriveremo a garantire un ottimo servizio». Ma la Csp, come detto nei giorni scorsi, ha promesso anche di ascoltare eventuali segnalazioni da parte dell’utenza e un paio le ha già fatte proprie, come ad esempio la copertura di via Braccianese Claudia mentre nel pomeriggio si allungheranno le corse per arrivare fino a via Tirso. «Siamo affezionati allo “zoccolo duro” del tpl, ai nostri clienti, e saremo pronti a recepire tutte le segnalazioni. Nel complesso – ha concluso Lungarini – siamo soddisfatti».

CALAMATTA, IN 5 ANNI 30 DETENUTI DIPLOMATI

Circa trenta alunni diplomati negli ultimi cinque anni negli istituti penitenziari cittadini grazie al lavoro dell’Istituto Calamatta che, dal 1950, offre un’importante possibilità di riscatto e reinserimento ai detenuti. Come hanno spiegato il dirigente scolastico Giovannina Corvaia e il docente responsabile Fabio Brunori attualmente nei due istituti superiori cittadini sono attive 4 classi di manutenzione assistenza tecnica, 3 a Borgata Aurelia e 1 a via Tarquinia per un numero approssimativo di 30 alunni. «Non è facile – hanno sottolineato – dare numeri precisi a causa delle dinamiche proprie del carcere. C’è chi esce, chi viene trasferito, chi smette, chi si aggiunge, eccetera. Si tratta di una importante opportunità per lavorare su se stessi, sia nell’ottica del reinserimento che più semplicemente del miglioramento personale, rivalutarsi, rimettersi in gioco. È bello vedere persone anche grandi tornare tra i “banchi” e impegnarsi, sfruttare al massimo l’occasione».

L’iter è molto semplice, il detenuto effettua domanda presso l’educatore che la gira al responsabile che andrà poi ad effettuare i colloqui in sezione scolastica dove vengono valutati i titoli di studio dichiarati. Dopo i vari controlli di routine i detenuti vengono inseriti in classe dopo alcuni eventuali colloqui integrativi. «Il piano di studi è oggetto di una forte personalizzazione – ha spiegato Brunori -. Viene stilato sulla base delle competenze in ingresso, un po’ come in università con i crediti». Si firma un patto formativo, un documento dove vengono riconosciuti crediti formali, informali e non formali, e indicate le ore necessarie, materia per materia, per completare il percorso. Il monte ore necessario per la validità dell’anno scolastico è individuale.

«Si tratta – hanno detto Brunori e Corvaia – di una opportunità di crescita formativa nel caso di uscita per agevolare la ricerca di lavoro, o anche di un semplice investimento operoso del tempo che hanno a disposizione». C’è poi ad esempio chi si appassiona allo studio e una volta scontata la pena detentiva prosegue presso i corsi serali della scuola Calamatta. «L’obiettivo – hanno concluso – è sicuramente quello di mettersi in gioco, investire su se stessi senza gettare la spugna e cercare di portare a termine il ciclo di studi. I detenuti sono tra i banchi cinque giorni su sette, dalle 9 alle 14 circa e gli esami di maturità vengono svolti con una commissione che si reca in carcere». Il Calamatta è nelle carceri dal 1950 quando a via Tarquinia c’era la sezione di falegnameria.

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