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Non solo Roma con Francesco Baldini – Puntata di Martedì 01 Agosto 2023

SCATTA IL PIANO PER L’ACQUISTO DI 117 ALLOGGI POPOLARI

Ospite in collegamento Francesco Baldini, redazione “Civonline

Un’occasione per i cittadini ed un’opportunità, per il Comune di Civitavecchia, di immettere ossigeno nelle casse dell’ente. Partiranno infatti domani 117 lettere – che verranno notificate da parte del messo comunale – rivolte ad altrettanti inquilini che avranno la possibilità di riscattare l’appartamento nel quale abitano attualmente, o rimanere alle attuali condizioni di affitto. L’amministrazione infatti ha deliberato un atto di indirizzo per l’avvio dell’atteso “Programma di vendita degli alloggi” di proprietà comunale, con una “Manifestazione di interesse non vincolante”. «Un’azione attesa da anni – ha spiegato il sindaco Ernesto Tedesco – siamo soddisfatti perché i cittadini potranno finalmente vedere realizzato un sogno, con un beneficio anche per le casse comunali».

L’idea è quella di poter riuscire a far entrare circa 2 milioni di euro: gli appartamenti saranno infatti messi in vendita a partire da 11-12 mila euro fino ad un massimo di 25mila euro, più eventuali costi legati ai lavori di ristrutturazione che l’amministrazione ha eseguito negli ultimi cinque anni. «La cifra che verrà ricavata da questa operazione – ha quindi evidenziato l’assessore al Patrimonio Monica Picca – verrà quindi reinvestita per lenire l’emergenza abitativa e sostenere il diritto alla casa per i civitavecchiesi. Pensiamo alla sistemazione di altri appartamenti ma soprattutto all’acquisto di nuove unità per far scorrere la graduatoria che oggi vede 700 famiglie in attesa di una casa. Abbiamo lavorato molto a questo piano, avviando uno studio sui 245 alloggi popolari ed individuandone 117 da poter mettere subito in vendita».
Ad elencare tempi e scadenze il consigliere della Lega Antonio Giammusso, che ha voluto innanzitutto ringraziare gli uffici per il grande lavoro messo in campo in questi anni per arrivare a questo risultato. «Da domani partiranno le 117 lettere – ha spiegato – e fino al 7 ottobre sarà possibile far pervenire al Protocollo del Pincio la propria manifestazione di interesse che non sarà vincolante: se poi un cittadino vorrà cambiare idea e non acquistare più la casa, continuerà ad abitarci pagando l’affitto. Il piano verrà quindi inviato alla Regione che avrà 45 giorni di tempo per rispondere. Poi passeremo in consiglio comunale per l’approvazione: contiamo di arrivare alla Pucci a dicembre per dare il via, a gennaio, alla convocazione delle famiglie interessate ed il via ufficiale a tutta la procedura di acquisto». In questi giorni il delegato Yuri Oliveri affiggerà un apposito cartello nei condomini interessati con le indicazioni da seguire.
In particolare, gli alloggi sono stati individuati in via Amba Aradam, viale Matteotti, via Paolo Antonini, via Betti, via Etruria, via Leopoli, via Lepanto, via Pisacane, via Ascanio Fiori, via Santa Barbara e via De Sanctis.

NAVE ROMANA RINVENUTA NEI FONDALI DI CIVITAVECCHIA

Il relitto di una nave commerciale romana del II-I secolo a. C. con il suo prezioso carico di anfore è stato rinvenuto dai Carabinieri tutela del patrimonio culturale (Tpc) al largo di Civitavecchia.

I Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, coadiuvati dal Centro Carabinieri Subacquei di Genova e dal Nucleo Carabinieri Subacquei di Roma, con l’ausilio della motovedetta d’altura del Servizio Navale della Compagnia Carabinieri di Civitavecchia, hanno individuato l’importante relitto adagiato sul fondale marino. L’eccezionale rinvenimento è il frutto di un’attività investigativa della Sezione Archeologia del Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, coordinata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, in collaborazione con la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo di Taranto.

Il sopralluogo ha permesso di rilevare la presenza di un antico relitto di nave oneraria romana, risalente al II-I secolo. a.C., adagiato a circa 160 metri di profondità sul fondale sabbioso, con un carico di centinaia di anfore romane tipo ’Dressel 1 B’, la maggior parte integre, che hanno formato un giacimento delle dimensioni di mt. 12 di larghezza per mt. 17 di lunghezza, da cui si può ipotizzare che la nave potesse superare le dimensioni di 20 metri. Le operazioni di ricerca e rinvenimento si sono svolte con l’impiego di avanzate attrezzature tecniche in dotazione al Centro Carabinieri Subacquei di Genova e al Nucleo Carabinieri Subacquei di Roma, con l’ausilio della motovedetta d’altura del Servizio Navale della Compagnia Carabinieri di Civitavecchia. In particolare, è stato impiegato il robot sistema ROV (Remotely Operated Vehicle) comprensivo di sonar ed ecoscandaglio, che, unitamente alle performanti caratteristiche della modernissima motovedetta d’altura classe N 802 ’Fraù, hanno consentito l’importante rinvenimento e la mappatura completa del sito archeologico sommerso, determinando l’ulteriore individuazione, nell’immediato perimetro del relitto, di due ceppi d’ancora romani in metallo, appartenenti all’antica nave.

L’eccezionale scoperta rappresenta l’importante esempio del naufragio di una nave romana che affrontava le insidie del mare nel tentativo di raggiungere la costa e costituisce testimonianza delle antiche tratte commerciali marittime. Lo straordinario rinvenimento è il frutto della sinergia e delle competenze tecniche e investigative dei comparti di specialità dell’Arma dei Carabinieri, in cooperazione con le conoscenze storico-scientifiche del Ministero della cultura, rivestendo notevole rilevanza archeologica, artistica e storica, e mettendo in evidenza ancora una volta il valore che lega l’attività di archeologia subacquea con quella tipica degli organismi investigativi. La Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo di Taranto, previa autorizzazione della competente Autorità Giudiziaria, ha avviato le procedure necessarie per censire e salvaguardare l’area archeologica sommersa individuata dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale.

DIONISI: “TERRITORIO AREA PILOTA PER DIVERSI PROGETTI INDUSTRIALI”

«Siamo consapevoli che la soluzione al tema del phase out del carbone non sarà rappresentata da un unico progetto, ma si realizzerà in maniera indolore soltanto se saremo capaci di mettere insieme in maniera coordinata una pluralità di progetti. Progettualità che devono sicuramente far perno sulle vocazioni del nostro territorio e sui nuovi settori economici: l’energia quindi, ma anche l’economia del mare e l’economia circolare». È quanto ribadito dal presidente di Unindustria Civitavecchia Cristiano Dionisi nel corso del primo incontro al Ministero del Comitato di coordinamento per la transizione dei territori di Civitavecchia e Brindisi. Dionisi ha quindi evidenziato, a più riprese, la strategicità del territorio nel percorso della transizione energetica, un’area da considerare non di crisi, ma di sviluppo, «un’area pilota – ha agigunto – nella quale realizzare progetti industriali che vedano impegnate le nostre aziende del cluster elettromeccanico su nuove attività, anche alla luce di un re-skill delle professionalità che tra l’altro già abbiamo iniziato e sul quale stiamo lavorando. Non possiamo permetterci di disperdere le competenze che le nostre aziende hanno acquisito in decenni di attività di filiera». E per Unindustria sono due gli aspetti da cui dover partire: la disponibilità di aree sulle quali realizzare nuove progettualità e l’attrattività del territorio e quindi risorse per realizzare nuovi progetti. Proprio sul primo aspetto l’appello è rivolto alle istituzioni affinché prendano in carico l’annoso problema della destinazione urbanistica e della vincolistica «che insistono sulle molte aree retroportuali: centinaia di ettari – ha spiegato Dionisi – che oggi possono rappresentare il vero vantaggio competitivo del nostro territorio se solo fossero immediatamente disponibili per insediamenti industriali». Per quanto riguarda l’attrattività e nuove risorse per il territorio, invece, Unindustria auspica che il Governo possa considerarlo «come una zona speciale alla luce del percorso di decarbonizzazione, visto che per la nostra regione purtroppo non sono previsti strumenti come le Zes del sud Italia. Per fare questo – ha aggiunto – riteniamo che un pezzo del percorso sia stato già realizzato con il riconoscimento di Civitavecchia nella Carta degli aiuti di stato a finalità regionale. Riteniamo che in questa sede dobbiamo approfondire se questa cornice normativa sia sufficiente – ha concluso Dionisi – oppure se è necessario riconoscere la centralità di questo nostro territorio nella strategia nazionale di sviluppo attraverso altri strumenti».

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