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Sposa la pace! (con Erminia Maria Ferrari)

 

Come è andato il referendum per la Pace? Erminia Maria Ferrari medico e presidente CLN, almeno fino al giorno in cui è stata registrata questa intervista perché subito dopo c’è stato “l’ammutinamento”, un gruppo del CLN, che ha diffuso un documento non firmato con cui proclama una nuova presidente, laddove il Consiglio aveva previsto regolari elezioni presidenziali per lunedì prossimo, 24 Luglio, ma di questo parleremo meglio in un’apposita puntata.

Oggi parliamo della raccolta firme per fermare l’invio di armi all’Ucraina, il referendum per la pace, affinché l’Italia esca da questa guerra, smetta di inviare armi che possono solo prolungare la guerra e il numero di soldati e civili uccisi.

La raccolta firme e il referendum stesso, benché vergognosamente censurati dai media mainstream, hanno riscosso un grande successo e suscitato un grande entusiasmo, a breve conosceremo il numero di firme validate.

Proprio per attirare l’attenzione dei media e sulla raccolta firme, il prof. Davide Tutino ha fatto lo sciopero della fame per alcune settimane, sciopero interrotto il 9 luglio, in occasione del sit-in “Sposa la pace” al campidoglio, nel quale non sono mancati momenti di tensione e presenza delle forze dell’ordine che hanno identificato tutti i presenti.

https://www.facebook.com/groups/3582304101785338/posts/7232255136790198/

La denuncia a Bassetti

La dottoressa Ferrari, è uno dei 123 medici che hanno firmato la denuncia a Matteo Bassetti all’Ordine dei medici di Genova, della quale abbiamo parlato nel dettaglio, con tanto di video imperdibile con le risposte “in tempo reale” alle dichiarazioni del laureato in medicina.

Spiega le ragioni della denuncia e l’ostinazione di Bassetti nel mantenere e difendere le sue posizioni, nonostante le evidenze.

La richiesta alle Regioni

La dottoressa Ferrari è firmataria insieme a un nutrito gruppo di ricercatori, avvocati, medici, docenti, operatori sanitari, coadiuvato da diverse Associazioni, ha inviato alle Regioni la richiesta di:

  1. Un registro regionale per le morti improvvise;
  2. L’ attivazione di trials clinici appropriati per la cura degli eventi avversi post-vaccino e post-COVID -19;
  3. L’apertura di un tavolo tecnico finalizzato all’istituzione di percorsi di ascolto e cura dei danneggiati.

I dati a livello nazionale e internazionale registrano un aumento di morti per tutte le cause. Anche i dati a disposizione pubblicati da Eurostat dimostrano che negli ultimi mesi in Europa si è verificato un rilevante aumento dell’eccesso di mortalità in un arco temporale che coincide con la somministrazione dei vaccini anti-COVID-19. In particolare, le notizie delle numerose morti improvvise, soprattutto nei giovani, destano preoccupazione e allarme nella popolazione. I dati ISTAT (https://www.istat.it/it/archivio/240401) evidenziano un aumento di mortalità in alcune regioni italiane, negli anni corrispondenti alle campagne vaccinali anti-COVID-19.

Considerato che i numerosi appelli, anche di una parte importante della comunità scientifica nazionale e internazionale, diretti all’istituzione di cure domiciliari precoci, corredati di dati e risultati certificati, non sono stati presi in considerazione e che la gestione di questa malattia ha generato nella popolazione un carico enorme di problematiche di salute e di sofferenza, i firmatari di questo appello chiedono con forza che questa richiesta venga presa in considerazione e che una risposta venga data alle persone che ora stanno soffrendo per essersi fidate e adempiuto a quanto veniva loro chiesto.

Sono state inviate lettere specifiche per ogni Regione, formulate su misura in base ai dati della singola Regione. I capifila delle lettere sono le associazioni maggiormente rappresentative per quella regione. Una lettera rappresentativa che riguarda la Sardegna, dove l’aumento del tasso di mortalità risulta particolarmente alto, è acclusa a questo comunicato.

Confidiamo che le Regioni prestino attenzione alle nostre richieste.

Si legge nel comunicato.

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