Una puntata eccezionale, Vincenzo Lorusso, giornalista freelance inviato di guerra nel Donbass, ci racconta la guerra vista dal fronte della popolazione russofona del Donbass, attraverso il suo racconto e le interviste realizzate al fronte, viene fuori un ritratto molto diverso da quello che quotidianamente il mainstream e la politica ci propongono.
Un ritratto molto diverso da quello dipinto dell’ex filorussa, ex filo Putiniana ed ex anti atlantista, Giorgia Meloni che oggi è a capo del governo, forse ispirata dal suo predecessore, il banchiere che ha svenduto i nostri tesori, quello del “Non ti vaccini, ti ammali e muori o fai morire” quello del “Preferite la pace o i condizionatori accesi?”.
Giorgia Meloni quella del “Chi sostiene l’Ucraina anche militarmente sostiene la pace” che suona un po’ come facciamo la guerra perché vogliamo la pace. Ma d’altronde siamo nell’epoca dell’illogicità e della truffa semantica (vedi il termine “no vax”), della comunicazione ipnotica, della propaganda, della soppressione dei diritti fondamentali, del controllo della popolazione e dell’informazione che diventa così uno strumento del potere e quindi, appunto, di propaganda, mentre la vera informazione viene brutalmente censurata.
Nel frattempo i bambini del Donbass convivono con le bombe dal 2014, Vincenzo racconta i loro occhi, le loro paure, i loro traumi: “Noi giochiamo al parco e quando suona la sirena corriamo nel rifugio” è così da 9 anni. Ma mentre prima a colpire le loro case era l’artiglieria Ucraina, con le armi ucraine, oggi vengono bombardati grazie agli armamenti Occidentali.
Chi invia armi all’Ucraina condanna a morte i civili del Donbass e all’orrore i bambini che vivono in questi luoghi e questo non ha davvero nulla a che fare con la pace.
Le armi occidentali come i missili Himars con i quali l’esercito ucraino ha bombardato, per esempio, le abitazioni di Kraslinuch nel Lugansk, come documenta un video realizzato da Vincenzo Lorusso.
Una guerra lunga 9 anni
Una guerra civile iniziata nel 2014 contro la popolazione del Donbass, una guerra iniziata dagli ucraini contro gli ucraini del Donbass, iniziata dal presidente ucraino Poroshenko che ordinò il blocco economico delle regioni ribelli e dichiarò la guerra totale. “Kiev «invita» alla pace e bombarda il Donbass”, Da “Il Manifesto” del 19 novembre 2014
Un civile morto nella città di Enakievo in seguito ai bombardamenti; decine di feriti a Donetsk. Secondo RIA Novosti, la parte governativa ha violato il cessate il fuoco 10 volte nelle ultime 24 ore; 13mila tra case, scuole e ospedali senza gas, luce e acqua. Interrotti trasporti pubblici e collegamenti ferroviari; uffici pubblici evacuati. A Debaltsevo riserve di carbone per un paio di giorni. Si torna a parlare di bombe a grappolo e al fosforo su centri popolati del Donbass da parte di Kiev, come già denunciato da Human Rights Watch. Il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, incontratosi col Presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, ha detto che è necessario riattivare il processo di pace secondo il formato degli accordi di Minsk, che «sono l’unica forma appoggiata da tutti: le due parti ucraine, Russia, Bielorussia, Ue e USA»; concetto ribadito anche nel corso dei colloqui con l’omologo tedesco Steinmeier.
Le interviste dal fronte, tra un bombardamento e l’altro
Per realizzare le interviste sulla linea del fronte, bisogna prima raggiungerlo e poi tornare indietro sani e salvi, ma può capitare che i radar ti intercettino e l’artiglieria ucraina ti bombardi per “risolvere il problema”, come è successo a Vincenzo Lorusso, ma per fortuna le bombe sono cadute lontano dall’auto.
Vedremo questo e altri video realizzati ai soldati del Donbass, che combattono da anni per difendere la loro terra dagli attacchi ucraini. Vediamo le trincee e un soldato racconta di lui, come è finito al fronte, perché combatte, poi l’intervista ad un ex insegnante, che quando l’Ucraina ha smesso di pagare gli stipendi, ha dovuto andare a lavorare in miniera, cosa che oggi gli torna utile per scavare le trincee, le parole di un altro soldato. Le difficoltà di spostarsi mentre infuriano i bombardamenti. Questo e tanto altro in un’intervista schietta e diretta.