Roma arriverà pronta al Giubileo? La capitale, cioè, riuscirà a recuperare il suo doveroso decoro rendendo finalmente efficiente il sistema di raccolta dei rifiuti e a migliorare il trasporto pubblico locale in vista dell’arrivo di milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo? E, infine, la Città Eterna porterà a termine tutte le decine di opere pubbliche già previste e finanziate proprio per la ricorrenza religiosa che nel 2025 la proietterà anche mediaticamente al centro della Cristianità?
Se già all’inizio di quest’operazione era lecito avanzare dubbi sulla possibilità per la capitale di riuscire a centrare in pochi anni tutti gli obiettivi previsti per l’inizio delle celebrazioni, con il passare del tempo si è capito che molte ambizioni rimarranno frustrate: lo stesso sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, poche settimane fa ha ammesso che la città dovrà rinunciare a molte opere e che deve prepararsi ad accogliere i visitatori con ancora qualche cantiere operativo. Analoghi timori riguardano la situazione della raccolta più rifiuti in una città che in questa estate si ritrova alle prese con l’ennesima emergenza e poi i cronici problemi di mobilità, tra un traffico sempre più caotico e un sistema di bus, tram e metropolitane assolutamente incapace di rappresentare un’alternativa all’utilizzo delle auto di proprietà.
Tuttavia a meno di un anno e mezzo dall’evento religioso, che come vuole la tradizione si aprirà il 24 dicembre 2024 quando in diretta mondiale Papa Francesco spalancherà la Porta Santa di San Pietro, i sindacati hanno chiesto e ottenuto un incontro con il primo cittadino proprio per fare il punto della situazione sullo stato di avanzamento dei lavori. In questa puntata di Extra, Claudio Micalizio ne parla con Enrico Coppotelli, Segretario Nazionale Cisl Lazio, che fa parte del tavolo istituzionale organizzato per monitorare lo stato di avanzamento dei lavori. Nella seconda parte, invece, torneremo a fare il punto sulla vicenda dei cosiddetti Esodati del Superbonus, cioè quelle imprese e quelle famiglie che si sono fidate di una legge varata nel 2020 dal Governo Conte per rilanciare l’economia: a inizio anno, l’esecutivo Meloni ha annunciato lo stop al meccanismo che consentiva ai proprietari di casa di far partire i progetti di ammodernamento ed efficientamento energetico senza pagare ma semplicemente cedendo i propri crediti fiscali alle aziende che avrebbero poi potuto farsi rimborsare dallo Stato attraverso le Banche. Il repentino cambio di rotta istituzionale però ha lasciato in mezzo al guado migliaia di imprese, che ora non sanno se verranno mai pagate e in molti casi sono già ad un passo dal fallimento, e tante famiglie che senza un intervento pubblico rischiano addirittura di perdere la casa perché non possono farsi carico del pagamento dei lavori di ristrutturazione. Dopo mesi di polemiche e annunci, però, a che punto siamo? In collegamento interviene Domenico Passarella, vicepresidente del Comitato Esodati del Superbonus.