Oggi chi pensa alla pace per far cessare al più presto la drammatica guerra in Ucraina, iniziata con l’insasione dell’esercito russo nel febbraio del 2022? Di fatto soltanto il Papa con la missione che la Santa Sede sta portando avanti in un clima però di generale diffidenza e scetticismo: come abbiamo già avuto modo di dire, mai come in questo conflitto pare che la comunità internazionale non abbia alcuna intenzione di favorire lo sviluppo di una soluzione diplomatica e lo stesso pacifismo è stato relegato ai margini del dibattito, spesso accusato di simpatie filo-putiniane o irriso subito come opzione ingenua e impraticabile.
Qualche altra iniziativa estemporanea c’è stata da parte di vari paesi – dalla Turchia alla Cina – che però agli occhi internazionali non avrebbero potuto vestire con imparzialità e autorevolezza il ruolo dei mediatori. In questo scenario forse è proprio l’assenza dell’Europa, al di là di qualche timido abboccamento compiuto dai leader dei singoli paesi dell’Unione, a fare clamore: anzi, in più occasioni Bruxelles ha ribadito la propria vicinanza all’Ucraina, sostenendo le richieste di armamenti e di nuove sanzioni economiche contro Mosca, una presa di posizione che naturalmente rende improponibile ogni tentativo di delegare alla diplomazia europea la soluzione del conflitto.
E così i combattimenti vanno avanti da mesi, con un bliancio di vittime e di distruzione che grava inevitabilmente soprattutto su Kiev ma che almeno in parte riguarda anche la Russia, quanto meno in quei luoghi violati da incursioni e attacchi ucraini. Ma mentre si continua a morire e i grandi della Terra restano alla finestra, c’è chi cerca di rimettere al centro la pace con iniziative di stampo civlie promosse dall’associazionismo laico e religioso. E c’è anche chi propone una autentica svolta, rilanciando un progetto che aveva visto la luce a metà degli anni ’90 subito dopo la Guerra in Bosnia ed Erzegovina: si chiamano “Corpi Civili di Pace” e potremmo definirli veri e propri costruttori di un percorso di dialogo che, se intrapreso all’insorgere delle prime crisi, potrebbe scongiurare il rischio addirittura di un conflitto.
Un progetto ambizioso e virtuoso che vedrebbe coinvolti tanti comuni cittadini e di cui Claudio Micalizio parla, in questa puntata di Extra, con Angelo Moretti fondatore del Movimento Europeo di Azione Non Violenta.