L’ultimo episodio è avvenuto a Roma poco tempo fa: a fine aprile, due voragini in strada hanno seminato il panico nella zona di Torpignattara. Chi ha assistito all’evento dice che sembrava di essere in un film: all’improvviso l’asfalto inizia a cedere e il vuoto inghiotte auto e ogni cosa si trovi nelle vicinanze. Per fortuna a parte i danni nessun ferito ma tanti disagi tra strade chiuse, mezzi pubblici deviati e ovviamente problemi per i proprietari dei mezzi coinvolti.
Scene che però sono più frequenti di quanto si possa pensare: solo pochi giorni prima qualcosa di analogo era accaduto a Pigneto ma per la verità non è un problema solo della capitale dove pure si registrano almeno un centinaio di crateri ogni anno: da Milano a Palermo, da Napoli a Genova la classifica delle città “bucate” da voragini improvvise è lunga e non sembra fare distinzione tra nord e sud del paese.
Ma da cosa dipendono le voragini? Se talvolta c’è lo zampino dell’uomo dietro al collasso di centinaia di metri quadrati di asfalto per le ripercussioni per esempio di un cantiere di lavoro, spesso questi cedimenti avvengono in modo naturale e improvviso: colpa della configurazione geologica del territorio e del sottosuolo, ma anche di fattori concomitanti come le vibrazioni del traffico, il cedimento di strade sotterranee o fognature e ancora infiltrazioni o vere e proprie perdite dalle condutture colabrodo degli acquedotti italiani.
Ma è possibile prevenire questi incidenti? In che modo? In questa puntata di Extra, Claudio Micalizio ne parla con il professor Vittorio Rosato, già responsabile Laboratorio Analisi Protezione Infrastrutture Critiche di Enea.
Nella seconda parte torniamo a fare il punto sull’emergenza energetica: dopo poche settimane di tregua, le bollette tornano a salire. Ma per colpa di chi? In collegamento Smeralda Cappetti, Legale Aduc