Il primo ospite di “Roma di Sera” è l’architetto Paolo Gelsomini, portavoce di “Progetto Celio”, che fa parte della rete “#Carteinregola”, associazione che chiede al Sindaco Gualtieri di affrontare la questione “bus turistici” nel centro storico della Capitale. “Abbiamo presentato un appello – spiega – perché bisogna riprendere il Piano Giubileo 2000 e completarlo. Parliamo dei pullman turistici che non possono entrare nella zona delimita dalle Mura Aureliane. Sono consentite soste lunghe o brevi, ma tutto cioè funziona solo se si migliora la mobilità alternativa sostenibile ed è questo aspetto che va incrementato”. Un tema di cui si sta parlando molto anche per le forti polemiche sulla “Nuova Ztl”. “Certo, capiamo le proteste – aggiunge – ma anche lì il punto è che bisogna potenziare i servizi e i punti di scambio lungo l’anello ferroviario, se ne parla da tanti anni, ma sono state fatte poche opere rispetto alle esigenze reali”.
Antonella Soldo, invece, rappresenta “Meglio Legale”, associazione che sta per utilizzare gli spazi pubblicitari pubblici comunali per una campagna del “5×1000”, ma, incredibilmente, giorni fa il Campidoglio stava per fermarli, perché in qualche ufficio qualcuno non apprezzava lo slogan “meglio i soldi allo stato che alla mafia”.
“La campagna la stiamo facendo in dieci città italiane – racconta – partirà a presto, con il mio volto, ma a Venezia e Roma ci hanno creato ostacoli che non capiamo. Per fortuna alla fine l’Assessora al Commercio Lucarelli è intervenuta e ha risolto la questione, anche perché non promuoviamo il consumo, ma la nostra attività”. Tutto risolto quindi? “Sulla campagna di affissioni alla fine per fortuna sì – conclude – ma ancora una volta capiamo che sulla liberalizzazione della cannabis per cui lottiamo in Italia c’è ancora un tabù e tanta strada da fare culturalmente”.
Cinzia Barilozzi, infine, vive a Torpignattara e a nome di tanti altri residenti denuncia nella nostra trasmissione un cantiere fermo dal 2014, quando in via Filarete, dove vivono, crollò una parte di un muraglione di tufo. “Nel 2020 – dice – dopo già sei anni di attesa, il Campidoglio finanziò una gara di 300mila euro, ma i lavori non sono mai partiti. La rete di contenimento è invecchiata e noi con lei, ma vogliamo sapere dalla attuale amministrazione cosa vogliono fare, per la nostra sicurezza e per la vivibilità quotidiana della nostra zona”.