Condannato a 18 anni e 8 mesi di carcere. E’ la sentenza del processo con rito abbreviato nei confronti di Pietro Longo, arrestato lo scorso 19 novembre dalla Squadra Mobile nell’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma sull’agguato contro quattro ragazzi, uno minore di 14 anni, avvenuto in strada nel quartiere di Tor Bella Monaca.
La sera dell’agguato
I fatti risalgono alla sera del 23 ottobre 2021 intorno alle 22.30 circa quando su viale di Tor Bella Monaca una vettura di grossa cilindrata con a bordo due uomini bloccò sul ciglio destro della carreggiata con una brusca manovra una Mercedes, a bordo della quale viaggiavano quattro giovani tra i quali una minore di anni 14.
Longo al volante sceso dall’auto con un complice, rimasto ignoto, sparò ripetuti colpi di pistola contro i quattro sulla Mercedes che riuscirono a scappare dall’agguato solo grazie a una veloce retromarcia tanto da sbattere nella fuga contro un palo della luce. Gli aggressori nonostante il traffico d’auto sulla strada iniziarono ad inseguirli a piedi sparando “con l’intento di ucciderli” e colpendo il parabrezza. Uno dei proiettili mancò per un soffio il passeggero che riuscì ad abbassarsi in tempo. Longo e il complice poi sparirono facendo perdere le proprie tracce.
L’arresto
Dopo meno di un mese le indagini portarono all’arresto di Longo considerato secondo quanto ricostruito dagli investigatori personaggio di elevato spessore criminale appartenente alla famiglia Longo, nota per essere a capo di una delle più importanti piazze di spaccio di via dell’Archeologia, a Tor Bella Monaca, il cui promotore David Longo, fratello maggiore di Pietro, era stato arrestato pochi mesi prima (sempre dalla Squadra Mobile di Roma) per il tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso di Giovanni Montereale e poi raggiunto da un’ulteriore ordinanza di custodia in carcere insieme ad altri 50 indagati per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, armi e sequestro di persona a scopo di estorsione. Secondo la polizia, l’agguato era diretto “ad affrancare il proprio potere in una zona contraddistinta da alta densità criminale”. (eg)